Il Tribunale del Riesame di Bologna ha concesso i domiciliari nei confronti di Rocco Lico, 46 anni di San Gregorio d’Ippona, arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Never Dream” e detenuto fino a ieri nel carcere di Vibo Valentia. Accolta l’istanza presentata dall’avvocato Francesco Muzzopappa. Ventidue le persone indagate e cinque in arresto (tre in carcere e due ai domiciliari) nell’operazione congiunta dei carabinieri e della Guardia di finanza di Rimini che ha coinvolto l’attività di 36 società utilizzate – secondo l’accusa – per riciclare ed emettere fatture false dal 2016 in poi. Lunga la lista dei reati che vanno da associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture inesistenti, truffa, riciclaggio ed auto-riciclaggio, usura, estorsione, trasferimento fraudolento e possesso ingiustificato di valori, indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento, falsificazione di monete, spendita e introduzione di monete falsificate.
Operazione “Never Dream”
Operazione “Never Dream”
Secondo gli investigatori tutto ruotava intorno alla figura di Rocco Lico, 46 anni originario di San Gregorio d’Ippona, che con la compagna Monica Vicino, 47 anni di Rimini e Pietro Lafabiana 49 anni di Misano Adriatico, gestivano quello che era diventato un business con un giro d’affari fino a 20 milioni di euro. Sequestrati al fine della confisca cinque appartamenti, un terreno, quote sociali per circa 46.000 euro, 12 tra auto e moto, 20 conti correnti, fino a concorrenza dell’importo di complessivi valori per circa nove milioni di euro. L’indagine era partita nel 2016 con la verifica da parte di un’altra Procura di una segnalazione a carico della società Dream Italian Style di San Clemente nel Riminese, destinataria di gran parte delle fatture false e da cui prende il nome l’intera indagine.