di Gabriella Passariello- Una serie di denunce e querele strumentali alla risoluzione di una controversia di natura civilistica riguardante un terreno, che ha consentito alla Procura di Catanzaro di far luce su una serie di raggiri per ottenere fondi comunitari per l’agricoltura. Una truffa tentata e consumata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, che ha portato gli uomini della Squadra mobile di Catanzaro a notificare un’ordinanza vergata dal gip Gabriella Pede, del divieto temporaneo di esercitare l’attività di impresa agricola per 12 mesi nei confronti di Violante Susanna, 73 anni di Catanzaro, Francesca Lombardo, 64 anni, residente a Petilia Policastro e Domenico Vincenzo Nicolazzi, 64 anni di Petilia Policastro, disponendo nei confronti di Enza Aurea, 49 anni, di Cariati, responsabile Caa Coldiretti Crotone, la la misura del divieto temporaneo di esercitare la professione di responsabile dell’Ente per la durata di sei mesi. Il gip inoltre su richiesta del sostituto procuratore Francesco Bordonali ha contestualmente disposto il sequestro preventivo di 8.175,73 euro nei confronti di Susanna Violante e di 8.363,40 per Francesca Lombardo e Domenico Vincenzo Nicolazzi da eseguirsi sui rapporti bancari e sui beni nella loro disponibilità. Indagati a piede libero Roberto Arcuri, 44 anni di Catanzaro e Monica Nicolazzi, 33 anni di Petilia Policastro.
Il terreno conteso
Il terreno conteso
Tutto nasce da un contratto preliminare di compravendita su un terreno ubicato nel Comune di Marcedusa nel Catanzarese, stipulato da Susanna e un terzo stabilendo la possibilità per quest’ultimo di immettersi nel possesso del terreno, con saldo dell’intero importo concordato entro ottobre del 2015, termine poi prorogato. Le parti in seguito sottoscrivono una scrittura privata dalla quale si apprende che in deroga ad accordi intercorsi tra i due, il possesso del terreno deve rimanere in capo a Susanna, che provvede a coltivarlo direttamente, facendone propri i frutti, tramite l’ausilio dello stesso detentore che lo coltiva su incarico della proprietaria. Le parti stabiliscono che l’importo deve essere versato entro il 30 aprile 2019, termine oltre il quale Susanna è libera da ogni obbligo e responsabilità sul contratto preliminare di vendita. Gli anni successivi Susanna stipula due contratti di affitto di fondo rustico con Francesca Lombardo moglie di Domenico Vincenzo Nicolazzi e contestualmente un contratto preliminare di compravendita. Sia sul contratto preliminare di compravendita che nei contratti di affitto di fondo rustico Susanna attribuisce alla affittuaria e promissaria acquirente, la facoltà di presentare la domanda unica di accesso ai finanziamenti Pac. Nel corso del monitoraggio delle utenze, da parte degli investigatori viene captata una conversazione, intercorsa, il 12 ottobre 2021, tra Enza Aurea e Nicolazzi marito della Lombardo. Aurea contatta Nicolazzi perché mancano le firme della moglie sulla documentazione presentata per ottenere gli aiuti Pac, avvertendolo che Lombardo deve recarsi nel suo ufficio. Oggetto della conversazione è proprio il terreno di proprietà di Susanna e preso in affitto da Lombardo come si evince dal dialogo in cui Nicolazzi parla del terreno coltivato da un uomo i cui precedenti proprietari non sono riusciti a mandare via e nonostante questo la Lombardo avrebbe presentato domanda per ottenere gli aiuti comunitari.
“Consapevoli di non poter percepire i fondi”
Aurea si dimostra a conoscenza della situazione tanto da aggiungere che non vi era alcun problema visto che i due coniugi Lombardo- Nicolazzi avevano un titolo valido per presentare domanda, un contratto di affitto. Secondo il gip, Aurea era a conoscenza del fatto che il terreno in realtà non veniva coltivato dalla Lombardo e Susanna. Quest’ultima risponde anche per calunnia perché avrebbe presentato numerose querele nei confronti del coltivatore, accusandolo, pur sapendolo innocente, di estorsione al fine di velocizzare il procedimento civile pendente volto ad ottenere che lo stesso andasse via dal fondo agricolo. La presenza del “contadino” sul terreno e il fatto che lo stesso fosse da costui coltivato è pacifico, secondo quanto riportato nelle carte del gip, tanto che è la stessa proprietaria a non poterne usufruire. Sebbene da un punto di vista formale sia Susanna che Lombardo avrebbero potuto presentare domanda, la prima perchè rientrata in possesso del terreno nel 2018 come si evince da una scrittura privata e la seconda perché aveva stipulato il contratto di affitto di fondo rustico tuttavia, mediante artifici e raggiri, consistenti nel dichiarare la presenza di coltivazioni non curate dalle stesse avrebbero tratto in errore i Caa di Catanzaro e Crotone ottenendo ingiusti vantaggi. Le richieste di finanziamento Pac possono essere presentate non solo dai proprietari, ma anche da coloro che hanno un valido titolo, come un contratto di affitto purchè venga svolta l’attività agricola indicata nella domanda, attività invece svolta da un terzo, occupante il terreno dal 2018, mentre Susanna e Lombardo, secondo il giudice, hanno taciuto questa circostanza, beneficiando di un importo che non spettava loro proprio perché non svolgevano l’attività agricola. “Le indagate hanno ingannato i Caa che hanno erogato i fondi e hanno conseguito un ingiusto profitto, dal momento che l’importo erogato non era loro dovuto, proprio perché non svolgevano attività agricole”. Secondo il gip firmatario dell’ordinanza Violante Susanna, sebbene incensurata “ha dimostrato di possedere una personalità spregiudicata, nella misura in cui non sé è fatta scrupoli nel presentare numerose denunce accusando un innocente per ottenere la liberazione del terreno. Per di più l’indagata pur sapendo che il terreno era occupato dalla parte offesa e che quest’ultimo lo stava coltivando da diversi anni ha comunque presentato per il biennio 2018- 2019 la domanda di accesso ai finanziamenti Pac”.
“Personalità spregiudicate e senza scrupoli”
Per il gip, Susanna ha una personalità disposta a mentire pur di raggiungere il proprio obiettivo e tenuto conto che la controversia civilistica è ancora in corso, ritiene sussistente il concreto pericolo di reiterazione dei reati. Roberto Arcuri che, secondo le ipotesi accusatorie, avrebbe concorso con la madre nel reato di calunnia avrebbe dimostrato di non avere alcuna remora nell’accusare il coltivatore di fatti mai commessi. Spregiudicato anche il comportamento di Francesca Lombardo, che seppure consapevole di non essere mai entrata in possesso del terreno, ha presentato per due annualità consecutive domanda di accesso ai finanziamenti Pac, inducendo in errore i Caa e il Feasr che hanno erogato il finanziamento. Domenico Vincenzo Nicolazzi avrebbe concorso con la moglie nella commissione delle truffe. E’ proprio Nicolazzi a dialogare con Aurea, la responsabile del Caa di Crotone e a mettersi d’accordo affinchè la moglie si rechi all’ufficio della città pitagorica il giorno successivo per apporre le firme necessarie alla presentazione della domanda. “Nicolazzi è a conoscenza del fatto che il terreno era in realtà coltivato da un altro”, così come Enza Aurea non si è posta alcuno scrupolo “nel contattare Nicolazzi e avvertirlo che la domanda presentata dalla moglie era priva di firma. “Aurea dimostra di essere pienamente a conoscenza del fatto che il terreno non è coltivato dai conugi Nicolazzi e Lombardo ma tranquillizza il proprio interlocutore rassicurandolo sulla regolarità della loro posizione, in quanto titolari di un contratto di affitto di fondo rustico”.
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