di Alessandro Manfredi – La Calabria, per quanto amaro sia prenderne consapevolezza, sta passando dal lockdown al blackout.
Il Covid-19 è stato, è e sarà nei prossimi mesi un killer spietato. Prima ha colpito e disseminato vittime determinando un’emergenza sanitaria, poi, dopo pochi giorni dal suo arrivo in Italia, ha iniziato ad infettare il tessuto socio-economico ed ora, soprattutto dove esisteva una condizione già precedentemente drammatica (leggi Calabria), è pronto a radere al suolo ogni speranza rimasta. Perché l’Italia, potrebbe essere nuovamente isolata ed un Paese che punta molto sul turismo, soprattutto d’estate, l’isolamento non se lo può permettere.
Il Covid-19 è stato, è e sarà nei prossimi mesi un killer spietato. Prima ha colpito e disseminato vittime determinando un’emergenza sanitaria, poi, dopo pochi giorni dal suo arrivo in Italia, ha iniziato ad infettare il tessuto socio-economico ed ora, soprattutto dove esisteva una condizione già precedentemente drammatica (leggi Calabria), è pronto a radere al suolo ogni speranza rimasta. Perché l’Italia, potrebbe essere nuovamente isolata ed un Paese che punta molto sul turismo, soprattutto d’estate, l’isolamento non se lo può permettere.
Ci sono decisioni e date programmate che non rappresentano pericoli da scongiurare, poiché sono bombe già esplose e si è lì in attesa di comprendere cosa ci sia di atroce dietro il fumo ancora denso degli incendi. Il turismo per l’Italia, ancor più per la Calabria, sarebbe in questo momento necessario come l’ossigeno, eppure i mercati internazionali calcolano un danno già prodotto del -78% in Europa. Segnale che sa di scenario apocalittico per alcune realtà economiche, come lo sono quelle calabresi.
E purtroppo, si ribadisce, questo dato non è associato ad una previsione. E’ l’evidenza dei fatti ed il peggio deve ancora venire. L’Italia, Nazione che possiede i 2/3 del patrimonio culturale mondiale, è già stata condannata. La sentenza è arrivata ieri dalla Germania. Il governo Merkel ha comunicato che riaprirà gli spostamenti internazionali attraverso un calendario che si completerà il 15 giungo e che esclude Italia e Spagna. In pratica, per partecipare a questo scambio di turisti tra nazioni a basso rischio, i Paesi confinanti con l’Italia chiuderanno le porte agli italiani e neppure verranno, poiché dovrebbero passare 14 giorni in quarantena rientrando nei loro Paesi. Ancora peggiore è stata la risposta del ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer, che alla domanda su un’eventuale data di riapertura di confini con Italia e Spagna ha detto di non conoscerla al momento, vista la situazione.
Italia tagliata fuori e che dovrà tentare di sopravvivere di turismo autoctono, oppure con accordi internazionali che dirottino tutto l’afflusso turistico nelle regioni del Sud. Considerato il bassissimo contagio al virus, la Calabria potrebbe sfruttare l’occasione di proporsi tra le mete preferite, ma alla pratica non è pronta. La realtà dei fatti, al contrario, narra di una Calabria che non solo non sarebbe pronta a cogliere l’occasione, ed a ciò non vi pare al momento esserci rimedio rapido, ma affronterebbe una delle peggiori crisi della storia ed i danni sarebbero incalcolabili. A questo punto, solo uno sforzo immane della politica potrebbe ribaltare un destino che pare già scritto, per provare a scongiurare in extremis un blackout economico e sociale senza precedenti, in attesa di una luce, capace di illuminare il futuro, che pare tanto buio ed ora fa spavento.