Inchiesta sull’eolico nel Crotonese, emergono nuove accuse e gli indagati salgono a 32 (NOMI)

Nel mirino della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro anche le presunte vendite pilotate di immobili pignorati con la regia occulta dei Grande Aracri di Cutro

Usura, estorsione, truffa all’eolico e adesso anche le presunte vendite pilotate di immobili pignorati con la regia occulta dei Grande Aracri di Cutro. E’ la nuova accusa che emerge dall’inchiesta “Turos” sulla realizzazione di un parco eolico nel Crotonese che nello scorso mese di ottobre aveva portato all’esecuzione di cinque arresti. I sostituti procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, hanno chiuso il cerchio notificando l’avviso di conclusione indagini con contestuale comunicazione della nomina del difensore d’ufficio e informazione sul diritto di difesa a 32 persone. L’attività investigativa della Guardia di finanza si è focalizzata su cinque procedure esecutive dalle quali sarebbero emerse le manovre illegali dagli indagati che grazie ai legami con le maggiori ‘ndrine della provincia di Crotone (i Megna di Papanice, i Grande Aracri di Cutro, gli Arena di Isola Capo Rizzuto e i Mannolo di San Leonardo di Cutro) riuscivano a far riavere i beni requisiti ai proprietari originari.

I nomi dei 32 indagati

I nomi dei 32 indagati

L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato a Luigi Aprigliano, 54 anni di Scandale; Alessandra Auditore, 43 anni di Crotone; Rosario Caracciolo, 48 anni di Cropani; Giancarlo Caterisano, 41 anni di Isola Capo Rizzuto; Francesco Correale, 47 anni di Crotone; Gaetano Correale, 22 anni di Crotone; Cesare Curatola, 76 anni di Catanzaro; Rocco Devona, 37 anni di Crotone; Francesco Falcone, 71 anni di Cutro; Antonio Franco, 45 anni di Isola Capo Rizzuto; Giuseppe Germinara, 60 anni di Savelli; Giuseppe Gigliarano, 36 anni di Conegliano Veneto; Laura Gigliarano, 62 anni di Isola Capo Rizzuto; Rocco Gigliarano, 41 anni di Isola Capo Rizzuto; Giuseppe Giordano, 63 anni di Crotone; Antonio Grande, 68 anni di Cutro; Domenico Grande, 42 anni di Crotone; Raffaela Lavigna, 40 anni di Crotone; Giorgio Leo, 57 anni di Crotone; Antonio Lia, 55 anni di Catanzaro; Salvatore Lorenzano, 43 anni di Cutro; Rosario Mattace, 41 anni di Crotone; Gerardo Padula, 61 anni di Crotone; Antonio Provenzano, 64 anni di Isola Capo Rizzuto; Francesco Rondinelli, 51 anni di Isola Capo Rizzuto; Maria Russo, 52 anni di Botricello; Palma Spina, 45 anni di Catanzaro; Maurizio Staglianò, 47 anni di Cropani; Giuseppe Turrà, 51 anni di Cutro; Giuseppe Verterame, 72 anni di Isola Capo Rizzuto; Nazario Veraldi 65 anni di Botricello e Gregorio Viscomi, 53 anni di Botricello. I 32 indagati (difesi tra gli altri dagli avvocati Gregorio Viscomi e Wanda Bitonte) avranno ora venti giorni di tempo per presentare le loro memorie difensive o chiedere di essere sottoposti ad interrogatorio per chiarire la loro posizione prima che la Procura disponga l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.

L’operazione “Turos”

Nello scorso mese di ottobre con l’accusa, a vario titolo, di usura aggravata dalle modalità mafiose, estorsione e abusivismo finanziario erano stati arrestati Giuseppe Turrà, di Cutro, imprenditore agricolo; Domenico Grande, di Crotone, commerciante al dettaglio; Salvatore Lorenzano, di Crotone, dipendente di cantieri edili; Antonio Franco, di Isola Capo Rizzuto, dipendente in una cooperativa di pesca e Antonio Grande di Cutro, piccolo imprenditore agricolo, padre di Domenico. Gli ultimi tre erano finiti ai domiciliari. Secondo quanto ricostruito dalla Finanza i cinque avrebbero concesso 100mila euro a cinque piccoli imprenditori locali operanti nel settore edile e nel commercio al dettaglio ottenendo, anche con minacce e pressioni psicologiche, vantaggi economici per oltre 75mila euro.

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