La prima sezione penale della Suprema Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo di Giovanni Di Cicco, accusato di essere l’assassinio della moglie Romina Iannicelli, di 44 anni. La vittima, sorella di Giuseppe “Beppe” Iannicelli, bruciato nel 2014 a Cassano all’Ionio – in provincia di Cosenza – fu strangolata nel 2019 con un cavetto della batteria del telefono. Romina Iannicelli era morta per soffocamento dopo le botte ricevute. La quarantaquattrenne, al terzo mese di gravidanza, potrebbe essere pertanto deceduta dopo una lunga agonia.
Ricorso inammissibile
Ricorso inammissibile
Di Cicco, agli investigatori, rivelò che poco prima dell’omicidio aveva assunto una dose di droga che gli avrebbe fatto perdere qualsiasi forma di autocontrollo. La conferma era arrivata dall’autopsia che eseguita dal dottor Aldo Barbaro. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’imputato, mentre la Procura generale aveva invocato la conferma della sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro. Le parti civili sono rappresentate nel giudizio di legittimità dall’avvocato Angela Bellusci del foro di Castrovillari.