di Gabriella Passariello- Esce dal carcere il 33enne Chafik El Ketani, finito dietro la sbarre per aver provocato la morte di Noredine Fennane il 6 settembre scorso, perdendo la vita in seguito ad un violento incidente stradale sulla statale 280. Il gip del Tribunale di Catanzaro Matteo Ferrante, ha accolto l’istanza dei codifensori Salvatore Staiano e Domenico Naccari, applicando nei confronti dell’indagato la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari da eseguirsi nell’abitazione a Bologna. Gli avvocati avevano già avanzato ricorso davanti ai giudici del Tribunale di Catanzaro, presieduto da Filippo Aragona incassando un verdetto negativo: era stata confermata l’ordinanza del gip, nonostante il legali difensori avessero fornito come prova un video, che scagionava il marocchino, una serie di frame in cui venivano ripresi gli istanti prima della tragedia di quel maledetto 6 settembre (LEGGI QUI).
La ricostruzione dell’incidente nell’ordinanza del gip
La ricostruzione dell’incidente nell’ordinanza del gip
Secondo quanto riportato nell’ordinanza, El Ketani, (che nel 2010 travolse con la sua auto otto ciclisti uccidendoli), stava percorrendo, alla guida della Toyota Corolla, la statale in direzione di marcia Catanzaro-Lamezia quando all’altezza di una curva, a causa delle condizioni metereologiche avverse e la velocità sostenuta del mezzo, ha perso il controllo dell’auto, impattando prima contro il muretto di delimitazione di un canale di scolo e poi contro il guardrail, provocando la morte del passeggero Noureddine Fennane, che si trovava a bordo con lui. Giunti sul posto gli operanti della pg avevano trovato all’interno dell’abitacolo entrambi i passeggeri, ma nessuno dei due era più seduto sul posto del guidatore: l’urto violento li aveva sbalzati via. Dai successivi accertamenti sarebbe emerso che l’auto coinvolta nell’incidente era stata noleggiata proprio da El Ketani pochi giorni prima dell’incidente, appurando, inoltre, che l’altro passeggero a bordo del veicolo morto per l’impatto violento non aveva la patente di guida. Gli esami tossicologici poi avrebbero dato l’esito positivo sull’uso di El Ketani ai tetra cannabinoidi (LEGGI QUI).
Il video che rimette tutto in discussione
Una ricostruzione diversa dei fatti è stata fornita dalla difesa alla luce delle informazioni ricavate dal cellulare di El Katani, contenenti un video. Dati allegati alla consulenza di parte redatta da Arrigo Palumbo docente all’Università Magna Graecia di Catanzaro e iscritto all’ordine degli ingegneri di Cosenza, ed estrapolati “con una procedura che ne garantisce l’originalità e la non modificabilità”. In base a questi frame a guidare la Toyota Carolla era la vittima, Noureddine Fennanne, intento ad agitare le mani e le braccia a ritmo di musica, allontanandole dallo sterzo, con il tachimetro che segna una velocità di 190 chilometri orari.
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