Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha scarcerato Giuseppe Pannace, 30 anni di San Gregorio d’Ippona, accusato di essere uno dei killer che l’1 marzo del 2011 uccise Carmelo Polito mentre quest’ultimo stava passeggiando per le vie del centro abitato ai piedi di Vibo Valentia con al fianco il figlio di appena sei anni. Accolta l’istanza presentata dall’avvocato Anselmo Torchia coadiuvato dal collega Antonio Vitale. Pannace torna quindi in libertà. La difesa, nel corso di una lunga discussione, aveva sostenuto l’inattendibilità e la non credibilità dei collaboratori di giustizia Andrea Mantella, Raffaele Moscato e Bartolomeo Arena le cui dichiarazioni hanno permesso agli inquirenti di chiudere il cerchio delle indagini individuando i presunti mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio. In particolare l’avvocato Torchia ha insistito sull’inattendibilità dei fotogrammi provenienti dalla videosorveglianza che ritraeva l’omicidio Polito mentre lo stesso camminava accanto al bambino, suo figlio; l’inutilizzabilità delle intercettazioni ambientali ai sensi di una recentissima sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione; e, infine, ha stigmatizzato l’attività definita “deontologicamente poco corretta” dell’ufficio di Procura che aveva omesso di sottoporre al gip – che ha emesso l’ordinanza cautelare – alcune sentenze passate in giudicato.
Le accuse della Dda di Catanzaro
Le accuse della Dda di Catanzaro
Nel corso del blitz del Nucleo investigativo dei carabinieri di Vibo Valentia, lo scorso 7 aprile è stata eseguita una misura cautelare a carico di Rosario Fiorillo, 32 anni, di Piscopio, già detenuto nel carcere de L’Aquila e Giuseppe Pannace. Le indagini, coordinate dal pm della Dda di Catanzaro Andrea Mancuso, hanno consentito di raccogliere – secondo quelle che sono le ipotesi accusatorie – gravi elementi di prova a carico di Fiorillo e Pannace, ritenuti esponenti rispettivamente del locale di ‘ndrangheta di Piscopio e di quello di San Gregorio d’Ippona cristallizzando il ruolo ricoperto nell’omicidio con le aggravanti di aver agito con premeditazione e al fine di agevolare l’attività del locale di Piscopio, quale articolazione territoriale dell’organizzazione mafiosa denominata ‘ndrangheta. Secondo l’accusa Giuseppe Pannace sarebbe l’autore materiale dell’omicidio mentre sarebbe stato acclarato il coinvolgimento di Rosario Fiorillo quale mandante che avrebbe decretato la morte del Polito per vendicare uno schiaffo da questo sferratogli durante un periodo di comune detenzione in un istituto penitenziario.
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