di Danilo Colacino – Una squadra in continua crescita, il Catanzaro, che mostra grande brillantezza oltre a un utilitarismo degno di chi ha la stoffa per arrivare lontano. Al primo posto in graduatoria? Chissà. Ma di sicuro fino a lottare per la conquista della B, magari finalmente attraverso quei play-off tabù che tante volte hanno lasciato i tifosi giallorossi con l’amaro in bocca.
Anzi, con un vero e proprio travaso di bile. Certo – ci ispirerebbe monsieur de La Palice – nel capoluogo si sogna il gran colpo, un primato che spalancherebbe subito a Furlan e compagni le porte della serie Cadetta. Quello che il rigore fallito da Giannone a Castellammare di Stabia, peraltro giustamente difeso a spada tratta da staff tecnico e dirigenziale, sembra aver reso ai limiti dell’impossibile, anche se…Ma un campionato le Aquile l’hanno già vinto ed è il torneo della società, che sta facendo tutto al meglio.
Anzi, con un vero e proprio travaso di bile. Certo – ci ispirerebbe monsieur de La Palice – nel capoluogo si sogna il gran colpo, un primato che spalancherebbe subito a Furlan e compagni le porte della serie Cadetta. Quello che il rigore fallito da Giannone a Castellammare di Stabia, peraltro giustamente difeso a spada tratta da staff tecnico e dirigenziale, sembra aver reso ai limiti dell’impossibile, anche se…Ma un campionato le Aquile l’hanno già vinto ed è il torneo della società, che sta facendo tutto al meglio.
Basti pensare all’accortezza di chi, in panchina, indica di soppiatto al calciatore che dev’essere sostituito di allontanarsi per perdere più tempo sull’1 – 0 a proprio favore. Si potrebbe però proseguire, in generale, con quanti coloro operano in maniera indefessa per la cura di ogni aspetto che possa facilitare il lavoro di mister Gaetano Auteri e dei suoi ragazzi. Peccato solo, allora, che una città, calda e appassionata, qual è notoriamente Catanzaro non risponda secondo le attese.
I 4.500 paganti di ieri pomeriggio, nemmeno esatti, rappresentano infatti una cifra non esigua, ma al contempo non pienamente soddisfacente. D’accordo con le millemila motivazioni che si tirano fuori sull’argomento, più o meno in quest’ordine: la crisi economica imperante in un territorio depresso; lo stadio non accogliente; il rigido clima invernale; il poter assistere alla partita in diretta web comodamente dal divano di casa con una modica spesa di appena un paio di euro; la minore affezione rispetto al passato dei supporter della provincia e della regione, dopo qualche decennio di appannamento del club, e appunto i quasi 30 anni passati ai margini del calcio che conta.
Ma la verità è che bisognerebbe dare più fiducia all’attuale proprietà, in grado di regalare grandi soddisfazioni a una piazza in cui non si registra più il sostegno dei tempi d’oro. Un elemento negativo, che si auspica non debba essere pagato a caro prezzo da quanti tengono davvero molto (e sono decine di migliaia di persone) alle Aquile del Sud.
Redazione Calabria 7
(Foto: usacatanzaro1929.com/RomanaMonteverde)