di Nico De Luca – Chiesa e piazzale stracolmo di persone a Montepaone Lido (Catanzaro) per l’ultimo saluto a Gianni Romano.
Il giornalista amico di tutti, cronista e tifoso dei gialloverdi locali, se n’è andato troppo in fretta a 62 anni a causa di un brutto male.
Il giornalista amico di tutti, cronista e tifoso dei gialloverdi locali, se n’è andato troppo in fretta a 62 anni a causa di un brutto male.
Nella parrocchia di S.Giovanni Battista parcheggi impossibili nel raggio di un chilometro. Tutti, anche da Catanzaro e Soverato, hanno voluto rendere omaggio ad una persona vecchio stampo nel senso migliore del termine.
La celebrazione è stata officiata da don Bernardo Marascio assistito da don Gregorio Rattà e don Roberto Corapi.
OMELIA
Nella sua omelia il parroco ha detto che “ci sono persone che lavoro, per disponibilità e impegno, capacità di ascoltare gli altri, sono un dono prezioso che ha raggiunto noi tutti.
Oggi ci viene a mancare una persona speciale, con la quale il legame di consuetudine era accompagnata da stima, cordialità e talvolta anche da amicizia. Con questo fratello se ne va un pezzo del nostro paese, al quale ha contribuito a dare precise caratteristiche. Ecco perché avvertiamo la pena di un distacco che viene a sottrarci la sua simpatica correttezza e amabilità.
La parola di Dio ci aiuta a leggere questo momento. il nostro fratello amava la vita, sapeva apprezzare il gusto ai vari tempi che la compongono.”
Presente in chiesa il gonfalone del Comune che ha aperto il corteo funebre fino alla delegazione in piazza, dove tutti hanno potuto esprimere il cordoglio alla famiglia.
Molto toccante il messaggio letto dalla figlia al termine delle esequie in cui papà Gianni è stato definito un punto di riferimento assoluto.
“Con lui è stato bello camminare sempre al fianco, per non perderne il passo rimanendo indietro e per non perderne i gesti anticipandolo.”
Tanti anche i colleghi de Il Quotidiano e TeleJonio, le testate con cui Gianni Romano collaborava e che hanno espresso con la presenza vicinanza alla sua memoria ed alla sofferenza della famiglia.
“La morte non è l’oscurità, è una lampada che si spegne perchè spunta il nuovo giorno”
(Ci eravamo sentiti a fine anno, dopo aver appreso del suo ricovero presso l’oncologia del Pugliese-Ciaccio. Mi ha colpito l’apparente distacco dal male che combatteva con tutta una serie di pillole quotidiane. Una coscienza che rassicurava chi gli parlava, una lucidità professionale impressionante, la percezione che procedesse nel verso giusto. E soprattutto il fatto che dovesse trascorrere il fine anno da solo in corsia, abituato al sorriso, alla compagnia, alla buona tavola. Ciao Gianni! ndl )