Un altro mondo è possibile? Il dialogo di approfondimento a Palazzo De Nobili di Catanzaro

L'iniziativa ha visto anche la presentazione del libro di Giuseppe Cognetti, di origini catanzaresi

Un altro mondo è possibile?  Questo è l’interrogativo a cui hanno cercato di rispondere varie personalità riunite il 4 ottobre nella sala Concerti di Palazzo de Nobili, in occasione di un evento organizzato dal Comitato della Società Dante Alighieri di Catanzaro: la presentazione del libro del professore Giuseppe CognettiUn altro mondo è possibile? Pace, dialogo, nuovo umanesimo“.

Dopo i saluti, la presidente del Comitato, Teresa Rizzo,  ha dato il via ai lavori con una breve presentazione dell’autore e del suo libro. Giuseppe Cognetti , di origini catanzaresi, ha frequentato il   Liceo classico “P.Galluppi” e successivamente  ha insegnato Storia della Filosofia e Filosofia Interculturale Contemporanea all’Università di Siena. Numerosi i suoi  studi sul dialogo interculturale, su cui ha organizzato convegni nazionali e internazionali. Il libro, che deve molto all’opera di Raimon Panikkar, sottolinea l’importanza di  un nuovo umanesimo dialogico e interculturale per un  mondo migliore.

Il dialogo con l’autore

Hanno dialogato con l’autore la professoressa Elena De Filippis, già dirigente scolastica del Liceo Galluppi di Catanzaro e don  Salvino Cognetti, vicario generale della Curia.  De Filippis si è soffermata sulla figura di  Panikkar, sacerdote cattolico figlio di padre indiano e madre spagnola, teologo,  filosofo  e testimone del dialogo interculturale e dell’incontro tra le religioni. 

L’intervento di Cognetti

Il discorso del professore Cognetti  è iniziato con  una breve analisi della situazione attuale. La guerra russo-ucraina, scatenata da Putin con l’aggressione di uno stato sovrano ha stimolato la riflessione  sulle negatività del mondo in cui  viviamo.  Al di là di  astratte utopie, è ancora possibile sostenere un atteggiamento di pace e di dialogo, come sottolineato continuamente dal  nostro Presidente della Repubblica e da papa Francesco?  Per approfondire la questione, come sosteneva Panikkar, bisogna “pensare” (dal latino “pensare”, pesare, esaminare) cioè valutare criticamente i fallimenti  del secolo scorso, dove i tentativi di realizzare utopie massimalistiche di segno opposto, dai fascismi ai comunismi, hanno prodotto massacri,  devastazioni e un enorme spreco di energie, senza dar luogo a quei mutamenti profondi che si proponevano in vista di un miglioramento effettivo della condizione umana.

 Nel tempo in cui viviamo, caratterizzato dal dominio del profitto, dalla tecnocrazia ma anche dall’aumento del divario tra ricchi e poveri, dalla morte di sei milioni di bambini ogni anno, dal disastro ambientale, si percepisce un senso di precarietà e fragilità generale. E certamente la visione eurocentrica che ha dominato il mondo occidentale, non aiuta. Non possiamo puntare sul mito della superiorità culturale, attribuendo agli “altri”, ai diversi da noi tutti i mali del presente. Bisogna invece aprirsi alla molteplicità di modelli che ci vengono da altre realtà, accogliere culture diverse da quella occidentale senza affatto abdicare ai nostri valori (ragione critica, diritti umani, democrazia, libertà) ma relativizzandoli, e  promuovere utopie “minimalistiche” che consentano cambiamenti concreti, realisticamente possibili. Nell’enciclica Laudato si’ papa Francesco ha sottolineato la necessità, proprio in vista di una trasformazione dello “stato di cose esistente”, di un nuovo umanesimo che leghi la protezione dell’ambiente all’urgenza etica di tutelare le vittime della storia dominante.

La necessità di un’apertura interculturale

Sulla necessità di un’apertura  interculturale si è  soffermato anche don Cognetti il quale ha  illustrato  i vari momenti in cui,  nella Chiesa Cattolica, sono state cercate occasioni di dialogo con le atre religioni, pur nel rispetto delle diversità. Un atteggiamento questo che ha superato i limiti dei secoli scorsi in cui venivano sottolineate più le differenze che i punti di contatto. Il concetto di diritti umani e di diritti universali è stato affrontato con un intervento della dott.ssa AnnaMaria Iembo, Responsabile della Pastorale Scolastica . 

Coloro che hanno contribuito al dibattito

Molti i contributi  che hanno animato il dibattito, dal concetto di massimalismo, su cui si è soffermato il signor Nicola Coppoletta,  all’importanza della lettura del libro di Cognetti nelle scuole che,  come ha osservato la prof.ssa Vittoria  Amantea, è stata già affrontata con successo da numerosi studenti, nell’ambito della Fiera Gutenberg del maggio scorso.   Per finire con l’interrogativo  della prof.ssa Carmela  Sutera: siamo sicuri che si potrà trovare  disponibilità ad un’apertura interculturale presso  popoli i cui valori contrastano fortemente con i nostri? E infine, nel clima di individualismo in cui viviamo, sarà veramente possibile instaurare un dialogo con “chi il dialogo non lo vuole”?

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