“Un mese. Trenta lunghissimi e dolorosi giorni da quando sei partita. Non mi rassegno al saluto finale e non pronuncerò quella parola. Pur lasciandoTi andare, mi siedo alla porta sperando di vederTi tornare. Mi piacerebbe scriverTi delle cose di questa Terra, degli eventi, di questi accadimenti, ma, poi, penso che Tu li conosca e che mi sei vicina per come Ti sento”. Il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, ricorda Jole Santelli a un mese esatto dalla sua scomparsa. Troppo prematura. Troppo improvvisa. “Sapevi, vero, come sarebbe andata, eh?!” scrive probabilmente riferendosi a questi giorni convulsi, in cui la Calabria si ritrova protagonista, chiaramente in negativo, della gestione dell’emergenza Coronavirus. Ma non è il momento delle polemiche e della politica. Quello di Spirlì è uno squarcio estemporaneo di cuore, lacrime e nostalgia. Un pensiero personale lanciato nel web, come si fa con i petali nel vento: “E hai anche disegnato questi giorni per me, sapendo che Ti avrei legato ad un filo d’oro e Ti avrei tenuta Viva e Presente. Viva nel mio cuore e Presente in tutto ciò che faccio. Sì, #noiddue, Jole. Come sempre. Ma stanotte è dura. Non dormo, perché non lo voglio. E Ti veglio. Perché Tu non lo faccia ancora e mai più”. AndarTene da Sola, Amica mia Adorata, per non disturbare, è stato coraggioso. Ma… Noi? Il Tuo Clan di Famiglia?! Gli Amici?! Chi ha potuto apprezzare tutte le Tue virtù? Siam squarciati. Come l’albero dal lampo. E, per questo, non dormo. Perché quel lampo, che ha tentato di separarci, non ottenga il suo orrido scopo. Nn dormo, Jole. Non dormire e vegliamo insieme. Perché non accada più…”