Undici nuovi sacerdoti nella diocesi di Roma, c’è anche un calabrese

Nel suo passato il dolore legato alla morte della madre, ma anche l'esperienza con gli scout dell'Agesci
nuovi sacerdoti roma

Undici nuovi sacerdoti per la diocesi di Roma: sabato 29 aprile nella basilica di San Giovanni in Laterano il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà la celebrazione durante la quale dieci diaconi saranno ordinati sacerdoti. Sempre sabato, ma al Santuario del Divino Amore, anche un diacono permanente, vedovo e padre, riceverà l’ordinazione presbiterale dal vescovo Dario Gervasi.

C’è anche il lametino Francesco Barberio

C’è anche il lametino Francesco Barberio

Storie diverse dietro le loro vocazioni. Francesco Barberio ha 27 anni, ha studiato al Maggiore ed è originario di Lamezia Terme. Nel suo passato il dolore legato alla morte della madre, ma anche l’esperienza con gli scout dell’Agesci. “Ho vissuto un momento molto difficile a 13 anni, quando ho perso mia madre a causa di un tumore. Allo stesso tempo ho toccato con mano la sua grande fede, con la quale ha affrontato tutto il periodo della malattia. Dopo la sua morte, mio padre e sua sorella hanno fondato l’Acmo, Associazione calabrese malati oncologici, per assistere chi è colpito da questo tipo di malattia nella nostra regione”.

Le altre storie

Un passato da scout, ma nell’Fse (Federazione Scout d’Europa) anche per Vincenzo Perrone, trentacinquenne nato a Scafati, in provincia di Napoli, e trasferitosi a Ostia con la famiglia all’età di 14 anni. “Ero un ragazzo come tanti, ho frequentato il liceo, poi la facoltà di economia all’università, ero impegnato con gli scout – ricorda -. Ho avuto la fortuna di avere tanti esempi di preti che mi hanno dato belle testimonianze”. Una vocazione matura quella di Mario Losito, 41 anni, ricercatore in economia e management alla Luiss prima di entrare nella struttura formativa di piazza San Giovanni in Laterano. “Ero contento del mio lavoro ma sentivo sempre la mancanza di qualcosa, non ero pienamente soddisfatto”, ammette.

È originario del Giappone Tumohiro Ugawa, che ha studiato al Redemptoris Mater. “Sono nato a Oita, vicino Nagasaki, in una famiglia non cattolica – racconta -. Mia madre, prima di sposarsi, era membro dei Testimoni di Geova, ma poi decise di mandarci alla scuola materna cattolica”. Gli anni di seminario a Roma “non sono stati facili all’inizio – confessa -, non capivo la lingua e avevo nostalgia di casa. Adesso sono molto più sereno. Vorrei tornare in Giappone, in futuro, da missionario”.

Diversa dalle altre la storia di Paolo Verderame, che sarà ordinato la mattina al Divino Amore. Vedovo da due anni, “ho 55 anni – racconta – e sono stato sposato per trent’anni; ho anche una figlia, ventottenne, psicologa. Finora ho lavorato come infermiere al Policlinico Gemelli. L’input alla vocazione presbiterale è venuto da mia moglie, dalle chiacchierate fatte negli ultimi cinque mesi trascorsi insieme, quando mi invitava ad alzare lo sguardo verso questo ministero”. Una scelta sostenuta dalla figlia, dai parenti, dagli amici.

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