“A San Marco Argentano, nella Valle dell’Esaro, in provincia di Cosenza, si muore d’infarto perché l’ambulanza arriva dopo ben 50 minuti rispetto alla chiamata (LEGGI QUI). Se avessero messo l’infartuato in macchina, – scrive amareggiato sulla propria pagina facebook Nicola Morra – ci sarebbe voluto meno tempo per trasportare il paziente in un nosocomio ove gli avrebbero potuto prestare i dovuti soccorsi. San Marco e l’intera Valle dell’Esaro, come tante altre zone della Calabria, continuano a piangere morti per la miopia di una politica che ha chiuso gli ospedali senza prevedere dei reparti di Pronto Soccorso funzionanti, senza garantire i Lea, senza tenere conto dei tempi di percorrenza tra un comune e un altro, senza insomma ricordarsi che i calabresi hanno diritti e dignità”.
“La solidarietà ai familiari del defunto non basta”
“La solidarietà ai familiari del defunto non basta”
“Ma i calabresi hanno anche, col voto, consacrano quelle scelte, essendo spesso devoti a chi doveva essere contestato, e quando hanno votato il cambiamento, – ricorda Morra – sono stati traditi da Roma, da equilibri di potere per cui le istanze di comunità svantaggiate sono state disattese, sottovalutate. La richiesta di avere Gino Strada come commissario ad acta per la sanità, richiesta avanzata da me ed altri colleghi, è stata bocciata in nome di non so cosa, causando la rinuncia al vero cambiamento nella sanità, cioè restituire centralità alla sanità pubblica riducendo lo spazio disponibile per quella privata. Ora le emergenze si stanno trasformando in quotidianità, e non è il Covid il problema principale: qui tutto può diventare letale. Un abbraccio sentito alla famiglia del defunto, ma questo non basta. Per onorare chi è morto smettiamola di piangere. Non giriamoci più dall’altro lato, insorgiamo democraticamente e non abbassiamo la testa, ma guardiamo negli occhi la realtà e rimbocchiamoci le maniche”.