Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, a conclusione della camera di consiglio del 13 giugno, ha sostituito la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di Pasquale La Rosa, applicandogli gli arresti domiciliari. Si tratta dell’esisto di una lunga “battaglia giudiziaria” che ha visto i difensori, gli avvocati Giovanni Vecchio e Sandro D’Agostino, impegnati nell’annullare due ordinanze emesse dal Tribunale di Catanzaro da parte della Suprema Corte.
Il Tribunale del Riesame, difatti, in un primo giudizio, aveva escluso la gravità indiziaria in riferimento al reato di usura, mantenendo la misura carceraria per il reato di usura aggravata dalla modalità mafiosa (aggravante confermata anche in sede di giudizio di rinvio). Pasquale La Rosa veniva, pertanto, cautelato per il reato di usura aggravata per “interessi usurai a fronte di un prestito di 40mila euro, essendosi fatto promettere da Mondella, la corresponsione di un tasso d’interesse del 4% mensile, con una rata di 1600 euro, con obbligo di restituzione alla fine del rapporto dell’intera somma”.
Il Tribunale del Riesame, difatti, in un primo giudizio, aveva escluso la gravità indiziaria in riferimento al reato di usura, mantenendo la misura carceraria per il reato di usura aggravata dalla modalità mafiosa (aggravante confermata anche in sede di giudizio di rinvio). Pasquale La Rosa veniva, pertanto, cautelato per il reato di usura aggravata per “interessi usurai a fronte di un prestito di 40mila euro, essendosi fatto promettere da Mondella, la corresponsione di un tasso d’interesse del 4% mensile, con una rata di 1600 euro, con obbligo di restituzione alla fine del rapporto dell’intera somma”.
Estorsione aggravata dal metodo mafioso
L’uomo è, attualmente, a giudizio dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia anche per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, insieme ad Elio Ventrice, poiché avrebbero fatto presente all’imprenditore di essere in pericolo di vita: “Lui e il fratello ti saltano addosso”, riferendosi a Pasquale e Antonio La Rosa, qualora non si fosse impegnato ad agevolare Fraone all’acquisto dell’immobile. Con l’attuale giudicato cautelare, seguente al secondo annullamento ottenuto dalla difesa dinanzi la Corte di Cassazione, Pasquale La Rosa rimane cautelato per il solo reato di usura, essendo stata esclusa la ricorrenza dell’aggravante mafiosa, con conseguente allocazione in regime di arresti domiciliari.