Vaccinazioni anti-Covid, Granato: “In Calabria fallimentare logistica delle somministrazioni”

Il duro attacco della senatrice del Misto: "Non si tutela il diritto alla salute"

“Nella nostra regione il diritto costituzionalmente sancito alla cura continua ad essere subordinato alla logistica fallimentare della sanità regionale calabrese, che oltre a fare dei medici di base, medici di serie A e di serie B, ha trasformato anche i cittadini in assistiti di serie A e di serie B. Il riferimento chiaro, nella fattispecie, è relativo all’organizzazione nella somministrazione del vaccino anti-covid 19 in provincia di Catanzaro, dove ci sono decine di pazienti ultra ottantenni che ancora aspettano la prima dose. Per non parlare dei medici di base che hanno dato la propria disponibilità a inoculare il siero nei propri studi, andando incontro ad evidenti difficoltà logistiche. Le numerose segnalazioni che continuo a ricevere da parte di medici di base e pazienti raccontano di una situazione davvero drammatica, complicata da un aumento esponenziale dei contagi”. È quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (Misto).

“A Catanzaro e provincia – spiega Granato – funziona così: gli assistiti di medici di base che operano in una UCCP (Unità Complessa di Cure Primarie), tra le categorie che hanno riconosciuta la priorità nella somministrazione dei vaccini, in questo momento saranno già attesa della seconda somministrazione. Ma se il proprio medico di base non ha aderito a quella convenzione (e sono la stragrande maggioranza, perché in tutta la provincia di Catanzaro ci sono solo 7 UCCP) allora non resta che attendere, e sperare. I medici che non si sono costituiti in UCCP non hanno nemmeno responsabilità, visto che la costituzione di una UCCP serve la disponibilità finanziaria dell’ASP. Quindi, pur volendo questa opportunità, non è stata accessibile a tutti i medici che ne hanno fatto richiesta, perché, esaurito il budget, non ne sono state autorizzate più. Ecco perché la stragrande maggioranza dei medici sono rimasti fuori”.

“A Catanzaro e provincia – spiega Granato – funziona così: gli assistiti di medici di base che operano in una UCCP (Unità Complessa di Cure Primarie), tra le categorie che hanno riconosciuta la priorità nella somministrazione dei vaccini, in questo momento saranno già attesa della seconda somministrazione. Ma se il proprio medico di base non ha aderito a quella convenzione (e sono la stragrande maggioranza, perché in tutta la provincia di Catanzaro ci sono solo 7 UCCP) allora non resta che attendere, e sperare. I medici che non si sono costituiti in UCCP non hanno nemmeno responsabilità, visto che la costituzione di una UCCP serve la disponibilità finanziaria dell’ASP. Quindi, pur volendo questa opportunità, non è stata accessibile a tutti i medici che ne hanno fatto richiesta, perché, esaurito il budget, non ne sono state autorizzate più. Ecco perché la stragrande maggioranza dei medici sono rimasti fuori”.

“Medici che, per offrire un servizio più strutturato – scrive ancora la senatrice del Misto – si sono costituiti in medicina di rete non percepiscono alcuna indennità, poiché tutto il budget viene assorbito dalle UCCP che si sono costituite illo tempore. L’organizzazione aziendalistica della medicina di base ha prodotto questo efficiente servizio di somministrazione dei vaccini sul territorio: chi ha le strutture già dotate di personale e locali (UCCP) vaccina i pazienti, chi ha messo a disposizione il proprio studio oppure ha chiesto di fare le vaccinazioni in un locale messo a disposizione dall’Asp attende forniture che arrivano solo ad alcuni, magari quelli che hanno qualche amico, a sorpresa, rendendo di fatto impossibile qualsiasi programmazione. Tenendo conto che i vaccini Pfeizer destinati agli ultra ottantenni, una volta decongelati, possono essere conservati in frigorifero per soli 5 giorni, e che le forniture arrivano ai medici di base senza preavviso, è anche difficile che le poche dosi vengano somministrate ai pazienti in tempo utile prima che si ammalorino. Oggi sono stati riforniti solo una quarantina di medici di base”.

E gli altri? “Ecco – conclude Granato – oggi la sanità calabrese (il cui apparato di burocrati con responsabilità ormai non tracciabili, per effetto dei vari commissariamenti), non fornisce al cittadino la certezza del godimento dei servizi primari, ma solo scarica-barile.  La politica locale e nazionale hanno miseramente fallito per mancanza di coraggio nell’affrontare strutturalmente il problema dei tagli alla sanità pubblica, il problema di una seria riforma del Titolo V e di una legge quadro per il riconoscimento dei LEP. Sul bene collettivo è come sempre prevalso l’intento di alimentare interessi di parte e di singole categorie che sono intoccabili”.

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