Siamo davvero disperati, abbiamo serie difficoltà a gestire con sicurezza e a tutelare i nostri ospiti”. Il grido d’allarme parte da Franca Parise, che dirige “Teniamoci per Mano Onlus”. Si tratta di un centro diurno per disabili che si trova a Praia a Mare.
“Siamo un’associazione autogestita da 13 anni e costituiamo un vero servizio per il nostro territorio. Siamo anche casa famiglia con due ospiti che dormono da noi in sede – racconta Franca Parise all’AGI – abbiamo anche una signora con un bimbo di quasi un anno che ospitiamo da quando il piccolo è arrivato al mondo. Non riesco a vaccinare i miei ragazzi, sono otto e tutti a rischio, perché è davvero difficile gestirli nelle mascherine e nella gestualità. Abbiamo la soluzione a portata di mano e non riusciamo a prenderla? Noi per tutelarli evitiamo uscite didattiche e non solo, ma stiamo perdendo davvero troppo tempo. Quasi 20 giorni fa hanno vaccinato noi operatori, siamo in sei, ma i nostri ragazzi no: la piattaforma predisposta non riconosce i dati inseriti, – dice Franca – come se i miei ragazzi non fossero portatori di disabilità. Ma io non mollo, sto scrivendo a tutti non sapendo esattamente come muovermi – conclude Franca – e spero che qualcuno raccolga questo nostro appello”.
“Siamo un’associazione autogestita da 13 anni e costituiamo un vero servizio per il nostro territorio. Siamo anche casa famiglia con due ospiti che dormono da noi in sede – racconta Franca Parise all’AGI – abbiamo anche una signora con un bimbo di quasi un anno che ospitiamo da quando il piccolo è arrivato al mondo. Non riesco a vaccinare i miei ragazzi, sono otto e tutti a rischio, perché è davvero difficile gestirli nelle mascherine e nella gestualità. Abbiamo la soluzione a portata di mano e non riusciamo a prenderla? Noi per tutelarli evitiamo uscite didattiche e non solo, ma stiamo perdendo davvero troppo tempo. Quasi 20 giorni fa hanno vaccinato noi operatori, siamo in sei, ma i nostri ragazzi no: la piattaforma predisposta non riconosce i dati inseriti, – dice Franca – come se i miei ragazzi non fossero portatori di disabilità. Ma io non mollo, sto scrivendo a tutti non sapendo esattamente come muovermi – conclude Franca – e spero che qualcuno raccolga questo nostro appello”.