di Danilo Colacino – Le Valli Cupe, da riserva naturale di abbacinante bellezza a terreno di scontro (frontale), con la politica di sottofondo. Purtroppo.
Stavolta, però, a ‘parlare’, via Facebook, non è stato un rappresentante delle Istituzioni bensì un professionista quale Raffaele Lupia, progettista dell’Area che insieme all’omonimo Carmine Lupia (poi direttore della Riserva) è stato oggetto dell’aspra (eufemismo!) polemica fra il sindaco di Sersale (Comune sotto la cui amministrazione ricade Valli Cupe) Carmine Torchia e il consigliere regionale Mimmo Tallini (promotore di una legge regionale istitutiva del canyon).
Stavolta, però, a ‘parlare’, via Facebook, non è stato un rappresentante delle Istituzioni bensì un professionista quale Raffaele Lupia, progettista dell’Area che insieme all’omonimo Carmine Lupia (poi direttore della Riserva) è stato oggetto dell’aspra (eufemismo!) polemica fra il sindaco di Sersale (Comune sotto la cui amministrazione ricade Valli Cupe) Carmine Torchia e il consigliere regionale Mimmo Tallini (promotore di una legge regionale istitutiva del canyon).
Impossibile sintetizzare efficacemente i passaggi al vetriolo di Raffaele Lupia, che come si evince da alcuni commenti, espressi sul suo profilo social, è andato giù duro sparando ad alzo zero contro Torchia.
Noi, tuttavia, del post fiume (in piena!) cerchiamo di mettere in rilievo i punti salienti, al netto di considerazioni che secondo il nostro modesto parere ricadono nella sfera delle valutazioni personali (corrette o meno, non tocca di certo a noi sancirlo).
Lupia, in sostanza, riconosce a Tallini, al capo ufficio stampa del consiglio regionale Romano Pitaro e al direttore Carmine Lupia, il merito (in quota parte e in base ai rispettivi ruoli) di essersi battuti – e di aver alacremente lavorato – per tutelare l’indipendenza e, soprattutto, per favorire la valorizzazione dell’Area.
Al sindaco invece imputa il tentativo di sottrarre il canyon alla gestione del direttore, che di fronte a reiterate delegittimazioni (sempre secondo il prof. Lupia) si è conseguentemente determinato per rassegnare le dimissioni. Ed ancora di essersi di fatto opposto all’assegnazione del mandato gestionale della Riserva a Legambiente; di aver rifiutato di sottoscrivere il documento che riconosceva la più ampia autorità gestionale al direttore Lupia (con l’aggiunta della prescrizione che al solo Torchia, in qualità di sindaco e quindi massima figura rappresentativa dell’ente amministrativo, venisse riconosciuta la funzione di interlocutore sulle questioni inerenti alla riserva e dunque non già pure ai singoli consiglieri comunali); di aver ‘gridato alla sottrazione’ di Valli Cupe a Sersale (fatto in realtà mai avvenuto) nonché di aver mirato più agli ‘effetti politici’ delle enormi potenzialità delle meravigliose Valli Cupe in luogo di strategie che ne avrebbero al contrario esponenzialmente moltiplicato le positive ricadute sul territorio del comune e – scendendo per li rami – dell’intero comprensorio presilano e non solo.
Giudizi, come premesso, netti e taglienti come lame di rasoio, che si ‘portano dietro’ spigolature relative a logiche dell’attuale partito, o di parte dello schieramento di appartenenza, del medesimo primo cittadino.
Una strategia che, sempre a detta del prof. Lupia, avrebbe contribuito a indebolire, e quindi non già a rafforzare, la funzione prioritaria del Comune di Sersale. Ma c’è di più, Lupia stesso chiude la torrenziale filippica – esternata mediante Fb – con la ‘promessa’ di rendere note molte altre verità (che per imprescindibile dovere di terzietà, a noi imposto, ribadiamo sue).
La nostra chiosa, viceversa, è quella, peraltro banale, che la querelle Valli Cupe, non di certo estranea al clima arroventato di questa velenosa campagna elettorale per le Regionali, non si chiuderà di sicuro il 26 gennaio, giorno fissato per le elezioni. Anzi, tutt’altro. E non è sicuramente una bella notizia.