“Noi facciamo il tampone a chi entra in Italia. Se dovessero ricominciare ad aumentare i contagi, anche noi dovremmo reinserire la quarantena per chi arriva dall’Inghilterra“. Il premier Mario Draghi ha le idee chiare in merito alla cosiddetta variante indiana che, non solo potrebbe provocare il rinvio del ritorno alla normalità in Gran Bretagna, ma inizia a preoccupare anche il resto d’Europa. Il ceppo B.1.617.2, al momento, sembra essersi diffuso particolarmente nel Regno Unito, dove rappresenta ormai il 96% dei casi di persone attualmente positive.
In Italia, almeno un caso di contagio del ceppo Delta è stato individuato tra i positivi di un focolaio rilevato tra i frequentanti di una palestra milanese. L’uomo contagiato è un operatore sanitario che ha già completato l’intero ciclo vaccinale. Altre nove persone sono risultate positive al coronavirus. Anche per loro è stato richiesto il sequenziamento: si cerca di capire se anche in questi casi l’infezione sia della stessa variante
In Italia, almeno un caso di contagio del ceppo Delta è stato individuato tra i positivi di un focolaio rilevato tra i frequentanti di una palestra milanese. L’uomo contagiato è un operatore sanitario che ha già completato l’intero ciclo vaccinale. Altre nove persone sono risultate positive al coronavirus. Anche per loro è stato richiesto il sequenziamento: si cerca di capire se anche in questi casi l’infezione sia della stessa variante
Dodici vittime erano già state vaccinate
Attualmente, come riporta Il Fatto Quotidiano, in Italia la percentuale di contagiati con la mutazione – che è il 60% più trasmissibile di quella inglese – si attesta all’1 per cento. Ma le notizie che arrivano da Oltremanica (12 persone morte avevano ricevuto la seconda dose del vaccino da almeno due settimane) non rassicurano. Vengono studiate intanto alcune sottovarianti del ceppo Delta. Solo una di queste viene considerata come “preoccupante”, mentre altre due sono state declassate, come ha affermato l’Oms. La variante, dalla prima rilevazione in India, dove è ritenuta parzialmente responsabile dello scoppio dell’epidemia, si sarebbe diffusa in almeno 62 territori.
Nei giorni scorsi Hans Kluge, direttore per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha avvertito che la variante è “pronta a prendere piede nella regione”, visto che molti Paesi si preparano ad allentare le restrizioni e consentire la ripresa dei viaggi. Kluge ha affermato che la variante sarebbe “in grado di eludere alcuni vaccini” e ha avvertito che molte fasce vulnerabili della popolazione, in particolare quelle di età superiore ai 60 anni, non sono protette. II direttore per l’Europa dell’Oms, inoltre, ha chiesto di intensificare la campagna vaccinale e altre misure in tutto il continente, affermando che anche la copertura vaccinale “è lungi dall’essere sufficiente per proteggere la regione“.
La preoccupazione per i casi europei di variante Delta è arrivata anche negli Stati Uniti. “Nel Regno Unito la variante Delta è diventata quella dominante. Non possiamo permettere che accada anche negli Usa”. È quanto ha affermato l’immunologo e consigliere della Casa Bianca, Anthony Fauci. Il ricercatore ha infine sottolineato l’importanza della doppia dose del vaccino anti-Covid contro la variante.