Verri : ‘Crotone è città di frontiera: riaprite la nostra piscina!’

(ndl) Perdura pericolosamente la chiusura della Piscina comunale e non è chiaro se il ‘Palamilone’ potrà continuare la sua attività.

A questo proposito un uomo di sport e professionista affermato come Francesco Verri, presidente del rinomato Circolo Nautico di Crotone, esprime le sue opinioni di cittadino, anche se con molta correttezza premette di essere parte in causa come avvocato nella vicenza giudiziaria in corso.

A questo proposito un uomo di sport e professionista affermato come Francesco Verri, presidente del rinomato Circolo Nautico di Crotone, esprime le sue opinioni di cittadino, anche se con molta correttezza premette di essere parte in causa come avvocato nella vicenza giudiziaria in corso.

La mia è un’opinione – afferma con un lungo post su FB . –  O meglio: un auspicio. Ancora più precisamente: una necessità.

In una delle due vicende ho un ruolo professionale (difendo due uomini di sport coinvolti nel procedimento) e dunque il mio potrebbe essere un punto di vista di parte. Inoltre, sono il presidente di un circolo velico (non ospitato da strutture pubbliche ma concessionario di spazi demaniali assai onerosi) e come tale trascorro parte del mio tempo libero circondato da giovani che praticano uno sport. Anche per questa ragione, la mia potrebbe essere una visione poco neutrale.

Fatta quest’avvertenza, che consente di leggere il mio post nella prospettiva corretta, esprimo la mia idea.

Non entro nel merito delle contestazioni (contabili, giudiziarie o amministrative) nei confronti dei gestori degli impianti semplicemente perché non è questa la sede. Nel caso della piscina, ci sarà un processo in cui, per effetto del mandato ricevuto, potró svolgere ogni considerazione. Nel caso del ‘Palamilone’ non avrei comunque gli elementi per farlo.

Dunque parlo d’altro. E cioè della necessità di risolvere – oggi, ora – il problema della chiusura degli impianti (attuale per la piscina, potenziale per il ‘Palamilone’). Di fare in modo che centinaia e forse migliaia di ragazzi possano (tornare a) fare sport. Per crescere come uomini, persone, cittadini plasmati da valori sani e positivi. Per restare lontani da tentazioni, vizi, dipendenze.

In una città di frontiera come Crotone non si possono tenere chiusi ‘spazi di salvezza’ come una piscina o un palazzetto dello sport. Occorre che le Istituzioni e la parte più illuminata della comunità cittadina affrontino e risolvano il problema. Che è di tutti e non solo dei pur numerosi mamme papà dei nuotatori e dei ragazzi che frequentano il palazzetto dello sport. Perché tutti abbiamo interesse al fatto che i giovani trascorrano il loro tempo libero in accappatoio o in tuta anzichè nei luoghi dello spaccio o ubriachi al volante. Di questo si tratta: lo sport è un’alternativa allo ‘sballo’. Ed è un diritto sancito dall’articolo 31 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adoloscenza delle Nazioni Unite.

La chiusura degli impianti strategici nelle città o nei quartieri a rischio non è una prerogativa solo di Crotone, purtroppo. A Napoli, a Scampia, rischia o rischiava di chiudere la scuola di judo di Maddaloni per i debiti accumulati nei confronti del
Comune. Dunque: in luoghi in cui le mafie reclutano i giovani per le loro orrende attività, in un Parse in cui centinaia di giovani muoiono per strada falciati da veicoli alimentati da benzina, cocktail e cocaina, mentre piangiamo le vittime teniamo chiuse le palestre e le piscine.

Sono stati commessi errori da parte di amministrazioni e gestori, qui o a Napoli o altrove? Vedremo. Ho la mia tesi ma non intendo certo esprimerla su Facebook. Io chiedo che, in ogni caso, si trovino soluzioni. Che mentre si verificano affidamenti, contratti, eventuali responsabilità (in contraddittorio, è chiaro, e nelle sedi deputate), si individuino vie d’uscita, guardando avanti.

I bambini e i ragazzi di questa città – conclude Verri – non hanno tempo. Il loro destino si compie in questo momento. E dipende in gran parte dallo sport che fanno. Anzi: che gli facciamo fare.”

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