Vertenza Abramo Customer Care, salta la cessione: 3000 dipendenti in stato di agitazione

I sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno proclamato lo stato di agitazione in tutte le sedi regionali annunciando l’intenzione, non appena la situazione pandemica lo renderà possibile, di organizzare una manifestazione di protesta

Si fa incandescente la vertenza dei lavoratori della Abramo Customer Care, alle prese con una situazione di incertezza e di perdita di commesse che stanno portando l’azienda verso il fallimento. E’ in gioco il futuro di 3.000 dipendenti, 1.200 dei quali nella sola sede di Crotone. Per questo i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno proclamato lo stato di agitazione in tutte le sedi regionali annunciando l’intenzione, non appena la situazione pandemica del Covid lo renderà possibile, di organizzare una manifestazione di protesta davanti alla sede aziendale della holding a Caraffa di Catanzaro. I problemi della Abramo – rileva il sindacato – si stanno accumulando e l’azienda sta continuando a perdere valore per scelte manageriali contestabili. Come quella di annunciare con una nota stampa l’intenzione di voler vendere l’azienda all’asta per poi scrivere ai propri dipendenti che “non ci sono preclusioni che riguardano soggetti interessati a rilevare le attività con l’obiettivo di rilanciare il patrimonio professionale costruito in più di vent’anni di attività”.

“Subito – scrivono Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil – avevamo denunciato che la Abramo aveva ostacolato la due diligence completa a tutte le aziende che avevano interesse a fare un’offerta tra cui la System House che si è vista costretta poi a presentare direttamente l’offerta al tribunale. A suffragare e confermare questo nostro convincimento sono stati gli ultimi eventi con l’uscita di due comunicati a mezzo stampa: il primo del fondo Heritage che informava di aver ritirato la proposta d’affitto rendendosi disponibile all’eventuale acquisto all’asta; il secondo della Abramo CC che per una strana coincidenza dichiara di non voler più affittare l’azienda preferendo da subito l’opzione della vendita attraverso un’asta pubblica”. I sindacati denunciamo “l’atteggiamento irresponsabile di questo imprenditore che, pur di perseguire i suoi scopi, non ha nessuna esitazione ad attuare strategie legali spregiudicate, rendendo sempre più incerta la soluzione della vertenza, gettando nello sconforto e nella disperazione migliaia di lavoratori e le loro famiglie, che vedono sempre più probabile la prospettiva del fallimento della società”.
“Subito – scrivono Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil – avevamo denunciato che la Abramo aveva ostacolato la due diligence completa a tutte le aziende che avevano interesse a fare un’offerta tra cui la System House che si è vista costretta poi a presentare direttamente l’offerta al tribunale. A suffragare e confermare questo nostro convincimento sono stati gli ultimi eventi con l’uscita di due comunicati a mezzo stampa: il primo del fondo Heritage che informava di aver ritirato la proposta d’affitto rendendosi disponibile all’eventuale acquisto all’asta; il secondo della Abramo CC che per una strana coincidenza dichiara di non voler più affittare l’azienda preferendo da subito l’opzione della vendita attraverso un’asta pubblica”. I sindacati denunciamo “l’atteggiamento irresponsabile di questo imprenditore che, pur di perseguire i suoi scopi, non ha nessuna esitazione ad attuare strategie legali spregiudicate, rendendo sempre più incerta la soluzione della vertenza, gettando nello sconforto e nella disperazione migliaia di lavoratori e le loro famiglie, che vedono sempre più probabile la prospettiva del fallimento della società”.
“Fra gli effetti collaterali di questi atteggiamenti e dei ritardi nella presentazione del piano concordatario – spiegano i sindacati – la perdita anche della commessa “Ho Mobile” lavorata sulla sede di Montalto Uffugo e l’apertura della Gara Poste Italiane dove la Abramo CC non potrà partecipare per mancanza di alcuni requisiti. Conseguenze queste ampiamente prevedibili e che lentamente stanno erodendo il valore dell’azienda e depauperando l’enorme patrimonio di professionalità dei lavoratori della Abramo CC, unanimemente riconosciuto a livello nazionale. Davanti al precipitare degli eventi e alla presa d’atto della volontà imprenditoriale che dopo il declino sembra indirizzata verso l’eutanasia della sua creatura, come Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil interesseremo le prefetture calabresi, la Regione Calabria e, tramite le segreterie nazionali, chiederemo con forza l’apertura di un tavolo di crisi presso il ministero dello Sviluppo Economico”. Sulla vertenza, intanto, è stata convocata dal presidente del Consiglio comunale di Crotone, Giovanni Greco, una riunione per venerdì 2 aprile 2021, alle ore 16,al quale parteciperanno il sindaco Voce e l’assessore alle Attività Produttive Luca Bossi e una rappresentanza dei consiglieri comunali. Sono stati invitati la proprietà, i parlamentari del territorio, la Regione Calabria e i sindacati.

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