Il Pd vibonese insiste e, dopo che la Corte dei conti ha bocciato il piano di riequilibrio aprendo di fatto le porte al secondo dissesto del Comune in pochi anni, chiede a gran voce le dimissioni dell’amministrazione guidata da Maria Limardo. Le critiche dei consiglieri dem, a cui si unisce anche Laura Pugliese, non sono solo per la giunta ma anche per il suo principale sostenitore, il senatore forzista Giuseppe Mangialavori. Per l’opposizione ci si trova infatti di fronte al “fallimento della classe politica che guida il Comune di Vibo”.
La responsabilità del main sponsor
La responsabilità del main sponsor
Stefano Luciano e Stefano Soriano sono certi di “interpretare la voce della maggioranza dei cittadini che vogliono che questa amministrazione vada a casa”. Secondo gli esponenti del Pd non è tanto da capire chi abbia provocato la voragine dei conti del Comune “ma perché questo esecutivo non l’abbia risanata nonostante gli annunci della campagna elettorale”. La responsabilità secondo Luciano va addebitata non solo all’amministrazione ma anche al “soggetto politico che la sponsorizza, che non fa nulla di buono per questa città e che ha coronato i due dissesti (da presidente del consiglio comunale prima e da main sponsor poi)”.
Il fronte “alternativo”
Se da un lato “nei pochi consigli comunali celebrati non c’è stata da parte di questo esecutivo e della sua maggioranza una proposta di merito”, dall’altro gli esponenti del Pd fanno sapere di essere “impegnati in uno sforzo di ricostruzione di una opposizione coesa che abbia un’unica linea ed un discrimine fondamentale: le ambiguità del passato che hanno portato ad un gruppo di potere devono essere spezzate”. Da qui l’appello al dialogo “con tutti per creare un fronte alternativo” e il sostegno al segretario provinciale Enzo Insardà “impegnato nel processo di sano rinnovamento del partito”.
Taglio ai compensi e consiglio comunale aperto
Dal segretario cittadino del Pd Francesco Colelli arrivano anche due proposte: “Abbiamo continuato a mantenere nove assessori in una situazione di crisi; perché sindaco e assessori non si dimezzano il compenso? Oppure perché non si riducono gli assessori? Si darebbe un segnale alla città, perché i sacrifici non li deve fare solo la gente comune. E poi – ha aggiunto – per quale motivo non si fa un consiglio comunale aperto sul dissesto così come quello per la criminalità, in modo tale che tutti possano intervenire per lagnarsi di questa amministrazione?”.