di Danilo Colacino – Lo abbiamo ospitato per ben due volte nel nostro speciale “A microfono aperto…”, l’amministratore dell’Idc Srl Francesco Carlone. Un imprenditore che in qualità di rappresentante a Catanzaro della Sigi Srl si era indirettamente aggiudicato la gestione dell’ormai arcifamoso depuratore di Lido, al centro di polemiche politiche roventi e fonte di grande disappunto nei cittadini per via del cattivo odore di cui è dispensatore, venendo però regolarmente pagato solo nel 2007 e 2008. Ebbene, va detto che la sua denuncia non ha sortito effetto. Ma neppure provocato azioni legali o almeno di smentita – attraverso l’esibizione di documenti a suffragio della legittimità della fine della corresponsione dei soldi previsti dal bando ad hoc – da parte degli uffici comunali che lo stesso Carlone ha per così dire messo all’indice. Verrebbe dunque da esclamare: chi tace acconsente o da evocare il vecchio principio del diritto amministrativo sul silenzio assenso. Due riferimenti magari persino scherzosi, nel caso di specie, tuttavia utili a enfatizzare il vuoto creato attorno a questo operatore economico, che nel giro di pochi anni ha dovuto chiudere ‘baracca e burattini’ proprio in virtù dei mancati pagamenti.
La singolare vicenda resa per sommi capi. Da dieci anni a oggi, come premesso, qualcosa è andata in maniera assai diversa rispetto a quanto stabilito nella manifestazione d’interesse, tanto da provocare il comprensibile malumore dei vincitori del bando che hanno adito le vie legali. Un lungo iter, finora senza sbocco, che ha esattamente un mese e mezzo fa spinto il sig. Carlone a contattare noi di calabria7.it per esporre la sua verità, carte alla mano. Resta il fatto, al di là dell’articolata vicenda, che l’impianto situato alle porte del quartiere marinaro non sembra poter assolvere alla funzione per cui è stato installato. La struttura, infatti, ormai da tanti anni appare del tutto inadeguata a rispondere alle esigenze peraltro sempre crescenti. Senza contare tutte le riscontrate lacune che palesa sul piano tecnico. Sta di fatto, però, che gli ormai ‘famosi lavori’ da realizzare per eliminare questa situazione inaccettabile non sono iniziati. Mai.
La singolare vicenda resa per sommi capi. Da dieci anni a oggi, come premesso, qualcosa è andata in maniera assai diversa rispetto a quanto stabilito nella manifestazione d’interesse, tanto da provocare il comprensibile malumore dei vincitori del bando che hanno adito le vie legali. Un lungo iter, finora senza sbocco, che ha esattamente un mese e mezzo fa spinto il sig. Carlone a contattare noi di calabria7.it per esporre la sua verità, carte alla mano. Resta il fatto, al di là dell’articolata vicenda, che l’impianto situato alle porte del quartiere marinaro non sembra poter assolvere alla funzione per cui è stato installato. La struttura, infatti, ormai da tanti anni appare del tutto inadeguata a rispondere alle esigenze peraltro sempre crescenti. Senza contare tutte le riscontrate lacune che palesa sul piano tecnico. Sta di fatto, però, che gli ormai ‘famosi lavori’ da realizzare per eliminare questa situazione inaccettabile non sono iniziati. Mai.