Vicenda Sieco a Catanzaro, scatta la diffida nei confronti del sindaco Fiorita

I consiglieri Donato, Parisi e Veraldi tornano sul tema dei rapporti tra il Comune del capoluogo e la società Sieco Spa
Vicenda Sieco a Catanzaro, scatta la diffida nei confronti del sindaco Fiorita

I consiglieri Donato, Parisi e Veraldi tornano sul tema dei rapporti tra il Comune di Catanzaro e la società Sieco Spa. I consiglieri – è scritto in una nota – sottolineano che il Comune e la Sieco hanno stipulato una transazione – in data 4 maggio 2022 (prot. 52479 del 5 maggio 2022) – la quale ha applicato una sanzione pari a 35.750 euro per la mancata istituzione del Secondo Centro di Raccolta, in luogo della penalità prevista dall’articolo 27 del Capitolato Speciale d’Appalto; e in ordine alla percentuale di Avvio al riciclo (50 %) ha attestato la presunta impossibilità di eseguire l’attività e conseguentemente l’impossibilità di applicare le penali e dei premi, come stabiliti nell’appalto e nel relativo contratto.


La transazione ha sostanzialmente – secondo i consiglieri Donato, Parisi e Veraldi – modificato il contratto in modo inammissibile, poiché ha escluso dall’appalto l’obbligo di svolgere l’attività preparazione dei rifiuti per il Riciclo, oltre che eliminare – con una penale irrisoria – la costituzione del secondo Centro di raccolta. L’applicazione delle penali dovute sarebbe infatti capace di determinare l’obbligo della Sieco di pagare al Comune di Catanzaro un importo di circa 30.000.000 di euro, per la mancata preparazione dei rifiuti, oltre che una penale di circa 1.200.000 di euro per la mancata costituzione del Secondo Centro di raccolta.


La transazione ha sostanzialmente – secondo i consiglieri Donato, Parisi e Veraldi – modificato il contratto in modo inammissibile, poiché ha escluso dall’appalto l’obbligo di svolgere l’attività preparazione dei rifiuti per il Riciclo, oltre che eliminare – con una penale irrisoria – la costituzione del secondo Centro di raccolta. L’applicazione delle penali dovute sarebbe infatti capace di determinare l’obbligo della Sieco di pagare al Comune di Catanzaro un importo di circa 30.000.000 di euro, per la mancata preparazione dei rifiuti, oltre che una penale di circa 1.200.000 di euro per la mancata costituzione del Secondo Centro di raccolta.

La diffida

“Per tali ragioni – si legge ancora – i consiglieri hanno formalmente “intimato e diffidato” Sindaco, Assessore al ramo e Dirigente competente, a contestare ed impugnare, stragiudizialmente e/o giudizialmente, la transazione conclusa dal Comune di Catanzaro e dalla Sieco Spa, in data 4 maggio 2022, che sarebbe nulla e priva di qualunque effetto. La transazione costituisce infatti una modificazione e/o variazione, in corso di esecuzione del contratto, assolutamente inammissibile, radicalmente nulla e priva di qualunque effetto di legge, poiché viola le norma imperative nazionali, le regole ed i principi comunitari, le regolamentazioni comunali, la lex specialis della procedura di evidenza pubblica, alterando, oltremodo, l’equilibrio economico contrattuale in favore dell’aggiudicatario dell’appalto”.

L’appello dei consiglieri

“Al fine di evitare danni erariali a carico del Comune – prosegue il comunicato – Donato, Parisi e Veraldi invitano dunque l’Amministrazione ad applicare il contratto, come originariamente concluso, sia in per i rapporti conclusi sia per i rapporti ancora in essere. I consiglieri chiedono che il Comune di Catanzaro provi a tutelare gli interessi dei cittadini che pagano le tasse e che pretendono il rispetto delle regole oltre che una “città pulita”. È singolare che dinanzi a precise sollecitazioni finalizzate alla verifica delle posizioni contrattuali dalle quali potrebbero discendere risparmi di spesa per l’Amministrazione e quindi “respiro” per le casse comunali, l’attuale Giunta, anziché sforzarsi di approfondire sembra voler tenacemente assumere le ragioni della ditta appaltatrice anziché quello dei catanzaresi.

In tal senso sembra davvero particolare la posizione espressa dall’Assessore secondo la quale sarebbe inopportuno avviare contestazioni nei confronti della Si.Eco, appare davvero debole.
Giustificare la mancata tutela dei diritti del Comune e dei suoi cittadini con le difficoltà che potrebbe subire – di rimbalzo – l’efficienza del servizio è una argomentazione, oltre che non veritiera, contro legge, senza considerare la carenza dei servizi di raccolta dei rifiuti e di pulizia della città. Né, come qualcuno maldestramente tenta di insinuare – conclude la nota dei tre consiglieri -, la contestazione alla Società costituisce ragione di pericolo per l’occupazione dei lavoratori oggi in servizio presso la Sieco”.

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