“Ad arginare il problema della violenza di genere non bastano le leggi, perché le donne continuano a morire di femminicidio nonostante un importante patrimonio legislativo, a partire dal Codice rosso. La violenza di genere chiama in causa l’intera comunità e richiede una crescita culturale che presuppone una sempre maggiore consapevolezza del fenomeno e delle sue tendenze evolutive”. È quanto ha affermato il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, intervenendo a Catanzaro ad un incontro per la presentazione del documentario ‘Geografie del coraggio’, un viaggio intercontinentale nella condizione femminile realizzato dall’artista e docente Rosaria Iazzetta, che racconta in 90 minuti le vite e le lotte di tante donne intervistate su un itinerario in moto, compiuto in solitaria, di 1500 chilometri, tra l’Italia e il Giappone.
A organizzare l’incontro il centro antiviolenza ‘Attivamente Coinvolte’ presieduto da Stefania Figliuzzi. “Un lungo viaggio tra donne che in tutto il mondo hanno dovuto fare i conti con la violenza e la prepotenza – ha commentato Wanda Ferro – e che grazie a questo lavoro diventano un corpo unico, ritrovano seppure a grande distanza, e con culture e lingue diverse, un senso di comunità”.
A organizzare l’incontro il centro antiviolenza ‘Attivamente Coinvolte’ presieduto da Stefania Figliuzzi. “Un lungo viaggio tra donne che in tutto il mondo hanno dovuto fare i conti con la violenza e la prepotenza – ha commentato Wanda Ferro – e che grazie a questo lavoro diventano un corpo unico, ritrovano seppure a grande distanza, e con culture e lingue diverse, un senso di comunità”.
L’impegno culturale
A giudizio di Ferro, “gli interventi sul tema della violenza domestica non possono certo limitarsi al solo aspetto repressivo, ma necessitano di un impegno culturale che riguarda sia il tema della denuncia, che quello della prevenzione, che quello della certezza della pena. La sicurezza delle donne va garantita con ogni mezzo soprattutto all’interno delle pareti domestiche, un ambito ancora considerato privato e inviolabile e dove è difficile intervenire perché diventa indispensabile la collaborazione di una vittima che è frenata dalla paura o dalla sfiducia nelle istituzioni che dovrebbero tutelarla”.
L’esponente del governo ha aggiunto: “Occorre combattere la mentalità discriminatoria e contrastare quel retaggio culturale che continua a colpevolizzare le donne e investire per formare operatori dalle forze dell’ordine, avvocati, magistrati, medici, assistenti sociali, docenti, personale sanitario. Tenendo anche conto che la crisi economica rende ancora più vulnerabili le donne che non hanno indipendenza”.
“Non lasciare mai sole le donne maltrattate”
Secondo Ferro, “l’impegno principale deve essere quello di non lasciare mai da sole le donne maltrattate, perché dall’isolamento spesso proviene nuova violenza, dando sostegno soprattutto ai figli minori, vittime della cosiddetta ‘violenza assistita’, e agevolando i percorsi di reinserimento sociale. Ma non basta, bisogna prendere in carico gli uomini maltrattanti se si vuole rendere efficace l’attività di prevenzione. La violenza sulle donne difficilmente si risolve con la semplice condanna degli autori, che dal carcere non escono migliori e spesso il tragico epilogo di un rapporto malato si consuma proprio al momento della riacquistata libertà”.