Vitalizi in Consiglio regionale, gli interventi della ‘riparazione’

Consiglio Regionale rinviato

(Mario Meliadò) Poco prima delle 16, torna a riunirsi “forzatamente” il Consiglio regionale. Unico punto al vaglio dei consiglieri, in una sessione d’Aula destinata a durare un paio d’ore, l’ormai obbligata revoca della più che controversa legge regionale 5 di quest’anno, ancor fresca di varo e diventata un caso nazionale.

A prendere la parola in apertura, il “padrone di casa” Mimmo Tallini, che peraltro avoca interamente a sé «la responsabilità» di questa sessione di lavori per l’abrogazione urgente della normativa su indennità differita e indennità di fine mandato per i consiglieri regionali calabresi: non i vitalizi, abrogati ormai nel 2011 con un risparmio a oggi di un milione e 249mila euro annui su 189 assegni previdenziali, in concreto passando «da vitalizi di 3.745 euro al mese a un’ “indennità differita” di 720 euro al mese», d’importo dunque «inferiore» a quello dei colleghi consiglieri del resto d’Italia in quanto calcolato «sull’indennità di carica, che risulta più bassa della media delle altre Regioni» di circa 1.300 euro mensili (5.100 contro 6.400).

A prendere la parola in apertura, il “padrone di casa” Mimmo Tallini, che peraltro avoca interamente a sé «la responsabilità» di questa sessione di lavori per l’abrogazione urgente della normativa su indennità differita e indennità di fine mandato per i consiglieri regionali calabresi: non i vitalizi, abrogati ormai nel 2011 con un risparmio a oggi di un milione e 249mila euro annui su 189 assegni previdenziali, in concreto passando «da vitalizi di 3.745 euro al mese a un’ “indennità differita” di 720 euro al mese», d’importo dunque «inferiore» a quello dei colleghi consiglieri del resto d’Italia in quanto calcolato «sull’indennità di carica, che risulta più bassa della media delle altre Regioni» di circa 1.300 euro mensili (5.100 contro 6.400).

I motivi

«Questa Presidenza ha verificato la sussistenza di incongruenze sia per quanto riguarda il mancato allineamento alle intese raggiunte sulla materia in sede di Conferenza Stato-Regioni e di Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative, sia per quanto riguarda l’impatto finanziario per l’Ente che si realizzerebbe potenzialmente con l’allargamento della platea dei beneficiari.

Ho anche verificato – fa presente ancòra il presidente del Consiglio regionale – la volontà unanime dei gruppi consiliari che avevano presentato la proposta di legge di procedere all’annullamento della norma approvata.

I profili di formale irregolarità non sono purtroppo emersi con la necessaria chiarezza nell’ultima seduta del Consiglio, anche perché il ricorso all’art. 42 del Regolamento da parte dei Gruppi proponenti – vale a dire l’inserimento di pratiche non contemplate nell’ordine del giorno – ha sostanzialmente ristretto gli spazi per un’analisi più approfondita dell’argomento in discussione, anche a causa di un’inadeguata e insufficiente relazione che questa Presidenza si sente, sia pure a posteriori, di censurare.

Atto doveroso

La revoca della legge 5/2020 è un atto doveroso e, nello stesso tempo, un atto di responsabile umiltà da parte del Consiglio regionale della Calabria, capace di riconoscere errori di valutazione, errori di analisi, errori di opportunità politica.

Con questo atto che compiamo oggi – puntualizza però l’ex assessore regionale al Personale – non cancelliamo nessun “peccato originale” di cui vergognarci, ma prendiamo semplicemente atto con umiltà e senso del dovere dell’enorme responsabilità che abbiamo come Assemblea Legislativa rappresentativa della sovranità popolare. Una responsabilità così gravosa – questo il punto focale, nell’analisi di Tallini – non ci consente di sbagliare, nemmeno in buona fede».

Non mancano però sferzate ai media e più in genere a chi per giorni avrebbe fomentato «fake news, falsità, bugie, inaccettabili forzature e fantasiose ricostruzioni. Falsità facilmente documentabili che troppo spesso vengono scritte, tra cose pubblicate e cose non pubblicate».

E questo specialmente da parte di testate giornalistiche nazionali anche blasonate: d’altra parte, osserva il presidente Mimmo Tallini, «solo ai calabresi dobbiamo delle scuse per l’errore commesso, ai quali però diciamo anche che questa Assemblea regionale non ha reintrodotto, né reintrodurrà mai, alcun privilegio già abolito. Il Consiglio regionale della Calabria saprà ben riconquistare la fiducia dei cittadini con le sue condotte e con il suo lavoro».

Dopo il presidente Tallini, si snoda un articolato dibattito.

Mancuso (Lega)

Filippo Mancuso (Lega, segretario-questore di maggioranza del Consiglio regionale), nel relazionare sulla misura in discussione, come parecchi altri consiglieri faranno dopo di lui, puntualizza: «Nessun vitalizio, comunque: è stato solo un incidente di percorso, presto sarà affrontato nel suo complesso il tema spinoso della razionalizzazione della spesa… siamo davanti all’istituto dell’indennità differita. La “legge 5”, erroneamente, ha attribuito ai consiglieri la possibilità di versare i contributi previdenziali».

Bevacqua (Pd)

Mimmo Bevacqua (Pd) pone in evidenza intanto che è lo stesso Partito democratico, in mezzo alle altre forze rappresentate in Consiglio regionale, a «chiedere caldamente scusa ai suoi elettori» per un’approvazione improvvida, poi chiedendo scusa pure ai consiglieri di Io resto in Calabria Pippo Callipo e Pitaro, «che hanno apposto le loro firme dopo aver visto che io avevo apposto la mia sotto il provvedimento: involontariamente, ho tratto in errore pure loro e me ne scuso». Terzo punto, una “bacchettata” gli uffici: «Anche la burocrazia regionale deve assolutamente fare la sua parte, e tempestivamente. Se noi avessimo ricevuto per tempo la relazione dell’Ufficio legislativo del Consiglio regionale, forse, dico forse, avremmo potuto orientarci in modo completamente diverso al momento del voto sul provvedimento».

Minasi (Lega)

Tilde Minasi (Lega): «Lo scivolone è stato molto brutto; ma ci fa anche meditare sulle modalità con le quali s’è arrivati a questo risultato, modalità sulle quali non è opportuno adesso rivangare, ma sulle quali non transigeremo mai più. Al contempo, nell’evidenziare che è la prima volta che la Lega arriva in Consiglio regionale, e arriva a Palazzo Campanella grazie a un preciso programma del tutto incompatibile con certe “furbate”, vorrei però rivendicare il diritto di sbagliare e di potersi successivamente ravvedere, senza per questo lasciare spazio a critiche con accenti populistici francamente inaccettabili».

Di Natale (Io resto in Calabria)

Graziano Di Natale (Io resto in Calabria, segretario-questore di minoranza del Consiglio regionale): «Io già avevo depositato proposta di legge per abrogare la legge varata precedentemente, ma sottolineo che il ritiro della mia proposta è stato subordinato alla parola “abrogazione”, nel senso che la legge numero 5 del 2020 verrà abrogata dal Consiglio regionale. E questo accadrà in un clima generale che ha suscitato nei calabresi e in ognuno di noi profondo imbarazzo; non foss’altro, per il modo in cui s’è giunti all’approvazione di quella norma. Io e i miei colleghi di Io resto in Calabria siamo alla prima consiliatura e non vogliamo peraltro passare per quelli sprovveduti, che non vanno a leggersi le carte: noi vogliamo incarnare, piuttosto, la “buona politica”, i rappresentanti della stragrande maggioranza dei calabresi, onesti e non inclini a compromessi. Come agli altri, però, a me non piacciono gli “schizzi di fango” sulla giacca».

Pitaro (Misto)

Francesco Pitaro (Gruppo misto, eletto con Io resto in Calabria): «Prima consiliatura anche per me, mai avuti incarichi né prebende di sorte, io mi sono candidato a consigliere regionale per dare una mano, per quanto possibile, a quest’Istituzione. Aggiungo: se il Consiglio regionale avesse già avuto le Commissioni, questa cosa non sarebbe mai accaduta.

La verità è che ci è stata rifilata una proposta di legge completamente diversa da quella pattuita in Conferenza di capigruppo, in quella sede avevamo detto che sarebbe stato condotto in porto un adeguamento alla normativa nazionale: è stata una grave manifestazione di slealtà, perché la “mano” di un “furfantello” ha fatto qualcosa di diverso non certo nell’interesse dei calabresi, ma nell’interesse proprio. Tocca a voi della maggioranza d’invididuarlo e renderlo innocuo sotto il profilo politico.

Peraltro, un “furfantello” ignorante, non sapendo egli che le leggi non hanno efficacia retroattiva ma valgono soltanto per il futuro e che, comunque, quella leggina che s’era forse confezionato in casa non avrebbe mai passato il vaglio di costituzionalità. Una vicenda viscida, scivolosa: è chiaro che da ora in poi da questa parte ogni atto sarà esaminato e “passato ai raggi X”, non accetteremo più l’inserimento all’ordine del giorno di provvedimenti non precedentemente iscritti e valutati, su ogni prassi di tipo diverso, da questa parte, troverete senz’altro barricate».

Molinaro (Lega)

Pietro Molinaro (Lega) chiede di abrogare l’articolo 42 del Regolamento interno del Consiglio regionale, ossia quello che consente d’inserire all’ordine del giorno provvedimenti da vagliare a lavori d’Aula già in corso:  «Come tutti e forse più di altri, visto che sono alla prima legislatura, non sono un computer e non conosco in ogni dettaglio mezzo secolo di regionalismo calabrese… In seconda battuta, com’era evidente fin dall’inizio, non sono stati comunque ripristinati i vitalizi: visto che l’11 giugno mi par di capire che ci sarà una nuova seduta d’Assemblea per eleggere i presidenti delle Commissioni consiliari, potremmo in quell’occasione riportare in Aula la “legge 13” ed effettuare la comparazione con la legge più virtuosa e far capire ai calabresi le differenze tra le indennità dei consiglieri calabresi, che non sono certo “privilegi”, e quelle erogate nel resto d’Italia».

Aieta (Pd)

Giuseppe Aieta (Pd): «Purtroppo, errori ne abbiamo fatti in quest’occasione: però una cosa è certa, è sbagliato parlare di “vitalizi” e io, quando finirò d’essere consigliere regionale, non percepirò il vitalizio…  Accade così che questo Consiglio regionale, che ha stanziato milioni di euro per il Banco alimentare e ha varato provvedimenti importanti come il “Riparti Calabria” oggi, con uno scivolone infantile, tipico dei bambini, s’è visto riportare indietro le lancette dell’orologio… Ripariamo il danno: e quando lo si faceva, nell’Ottocento almeno!, lo si faceva con un beneficio uguale o superiore al danno: quindi dobbiamo prestare da ora in poi un’attenzione enorme alle norme che incardineremo e, in particolare, ai costi di funzionamento del Consiglio regionale. Questo per dire ai calabresi che possono fidarsi, perché il rapporto di fiducia s’è rotto e servono atti e fatti, non parole!, per ripristinarlo».

Callipo (Io resto in Calabria)

Pippo Callipo (Io resto in Calabria, già candidato alla Presidenza): «Aver saputo reagire tutti insieme non ci rende deboli, ma ci rende forti, checché ne dicano certi ciarlatani che scrivono sui giornali o parlano dagli schermi di tv da quattro soldi – è stato il lapidario, veemente attacco ai media dell’ex presidente regionale di Confindustria –. Ma da domani dobbiamo impegnarci a tagliare privilegi e spese inutili».

Irto (Pd)

Nicola Irto (Pd, vicepresidente di minoranza del Consiglio regionale): «Siamo davanti a una norma, la “legge 13”, che conosco bene anche perché ne discussi in sede di Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali. Ebbene, quella legge di un anno fa ha già portato risorse per oltre un milione di euro alle casse di Palazzo Campanella, andando ad attaccare chi ha avuto i vitalizi fino al 2010, fino al termine della IX legislatura; e quei consiglieri, se mi è concesso, tolsero i vitalizi ma solo per chi sarebbe venuto dopo di loro, a partire dalla X legislatura…

Dobbiamo capire però che, per la Calabria, ci sono aspettative maggiori che altrove e dunque bisogna sempre stare particolarmente attenti a discernere ciò che è opportuno da ciò che non lo è. Tra populism e verità, però, io scelgo sempre la verità: e la verità è che i calabresi si aspettano da noi ben più che l’abrogazione legislativa di oggi, per esempio la revisione delle strutture o il taglio delle indennità dei dirigenti, là dove possibile».

Una riflessione che ha visto una breve, istananea replica di Tallini: «Io non me la sento di dire che dbbiamo divenare una Regione “modello”, ma una Regione “normale”. Lei lo sa, che siamo gli ultimi: mi chiedo allora perché dobbiamo essere ultimi ancor dopo gli ultimi… noi chiediamo d’essere trattati come tutti gli altri consiglieri regionali.

Non “speciali”, ma neppure inferiori né consiglieri “del Terzo mondo”: anche da queste cose si evince la dignità e l’autorevolezza della politica».

Tassone (Pd)

Luigi Tassone del Pd  ribadisce la fierezza e autorevolezza dell’Assemblea in carica e che non ci si trova certo di fronte ai vitalizi, così come Baldo Esposito (Casa delle libertà), che aggiunge: «Certi errori non si ripeteranno più, ma certo questo fango ce lo sentiamo tutti addosso».

Termina così il dibattito: i 3 articoli individualmente e poi la legge abrogativa nel suo complesso vengono approvati all’unanimità, con autorizzazione al coordinamento formale.

A margine della conclusione del Consiglio, si registra una nota stampa rilasciata dall’ex candidato alla Presidenza Carlo Tansi, che esulta in quanto, si legge, «grazie all’immensa partecipazione di tutti i calabresi liberi e perbene abbiamo vinto».

«Il Consiglio regionale  – ha detto – ha appena ritirato l’oscena legge sui vitalizi», ad avviso del politico cosentino tornando sui suoi passi «davanti allo tsunami di proteste alimentato dalla petizione-record lanciata dal movimento civico Tesoro Calabria, che ha raccolto oltre 22mila firme».

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