Vitalizi, la legge che si contesta da sola: c’era chi sperava in un futuro migliore

di Alessandro Manfredi – In tempo di pandemia, di una crisi socio-economica in evoluzione e dai risvolti che potrebbero divenire drammatici, al pari, se non peggio, dell’emergenza sanitaria scatenata dal Covid, la Regione Calabria, tra Giunta e Consiglio, vive momenti di forte polemica e finisce sotto la lente dell’etica e della morale, che in questo periodo tornano a valere tra moltissimi cittadini calabresi.

di Alessandro Manfredi – In tempo di pandemia, di una crisi socio-economica in evoluzione e dai risvolti che potrebbero divenire drammatici, al pari, se non peggio, dell’emergenza sanitaria scatenata dal Covid, la Regione Calabria, tra Giunta e Consiglio, vive momenti di forte polemica e finisce sotto la lente dell’etica e della morale, che in questo periodo tornano a valere tra moltissimi cittadini calabresi.

E’ vero, in tanti, forse troppi, si erano illusi, di fronte ad una paura collettiva, che il futuro sarebbe stato migliore. Più verosimilmente, però, la ragione era di coloro che hanno sempre sostenuto il concetto di umanità immutabile, nei suoi limiti e nei suoi mali. Ed anziché ritrovarsi nella responsabilità e competenza, con le quali costruire un mondo migliore, tutto intorno a noi si riduce all’effimero interesse particolare, riportandoci esattamente dove eravamo prima del Covid-19: nell’era dell’immorale egoismo.

Tuttavia, lo scenario è diverso. La pandemia deve ancora mostrare cosa lascerà sull’economia della Calabria. E’ fondamentale leggerlo integralmente questo periodo storico, perché l’economia calabrese, con annesso tessuto sociale, rischia il collasso ed il disastro. Lo capiremo in autunno o in inverno al massimo, poiché gli indici di ripresa e di crescita sono tutti proiettati al 2021. Ci si deve arrivare fin lì ed il come ci si arriverà lo vivremo nei prossimi mesi. E’ tendenza sempre più diffusa scatenare l’evidente rabbia sociale sui governatori regionali, oppure sul Governo nazionale. Sicuramente esistono delle singole responsabilità su singoli errori, ma nel caso della Calabria c’è da aggiungere ben più di quello che sta seminando la pandemia. Vale a dire il suo inglorioso recente passato, che già tanto disastroso era. Ed allora non possiamo giudicare fino in fondo quanto sta producendo l’azione politica del governatore Jole Santelli, poiché gli effetti degli interventi assunti dalla sua Giunta si coglieranno più avanti, tenendo conto che la Calabria era un paziente con grossi problemi di salute e pretenderne la guarigione significherebbe rivolgersi a figure celestiali ben più potenti dei miseri umani.

Eppure, un giudizio negativo, sull’undicesima legislatura in corso, è evidente, pesa come un macigno ed è trasversale. Non colpisce solo il governo Santelli e la sua maggioranza, poiché trascina nel vortice pure l’opposizione, senza distinzione. La ragione è da ricercarsi sull’istituzione della nuova Commissione consiliare, che costerà un altro mezzo milione di euro ai calabresi, e, la decisione più contestata, quella relativa all’approvazione della legge “Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13. Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento alla D.L. n. 174/2012”. 

“Una legge esclusiva per la tutela dei privilegi della casta politica”, – sostengono i contestatori – così oscena da essere approvata in due minuti. Così oscena da essersi contestata da sola, poiché persino i suoi firmatari e proponenti ne hanno chiesto la cancellazione. Così oscena che il Presidente del Consiglio Domenico Tallini ha convocato la conferenza dei Capigruppo, per determinare una nuova data per il Consiglio regionale e concordare la procedura di cancellazione della norma sull’ammissione alla contribuzione volontaria e al conseguente beneficio della “indennità differita” dei consiglieri regionali la cui elezione è stata annullata, poiché non è in linea con quanto stabilito nel 2019 nelle intese della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni italiane. Insomma, la cosa che proprio non va giù a tantissimi calabresi indignati è assistere ai soliti sforzi indirizzati alla tutela di interessi particolari, a discapito di quello della popolazione, che invece lotta nella quotidianità con le mille battaglie che la vita prevede al tempo del Covid.

Ecco, d’innanzi a tutto questo, tutti coloro che speravano in una Calabria migliore, capace di unirsi ed uscire dalla pandemia portando a compimento la tanto desiderata svolta per questa maledetta terra, dovranno masticare amaro. Certo, la speranza è sempre viva, ma il cambiamento sognato, per diventare realtà, deve essere scelto e messo in pratica per davvero. Si sta riscrivendo la storia e perché sia bella da raccontare servono scrittori di indiscusso talento.

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