I clan della ’ndrangheta hanno intenzione di fare saltare in aria il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri. L’allarme, lanciato qualche settimana fa dal Sudamerica, è rimasto finora riservato solo agli ambienti investigativi e istituzionali. I servizi segreti di un Paese straniero, come riporta Il Fatto Quotidiano, avrebbero intercettato una comunicazione sospetta che farebbe pensare ad un progetto di attentato nei confronti del magistrato calabrese il quale, appena due giorni fa, è stato bocciato al Csm (LEGGI) per l’incarico di capo della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. La Sicurezza d’oltreoceano, secondo cui le cosche della regione starebbero organizzando un attentato mediante un ordigno collegato a un telecomando, ha immediatamente dato comunicazione ai Servizi segreti italiani.
Figli e moglie sotto scorta
Figli e moglie sotto scorta
L’indagine tiene d’occhio alcune famiglie della ‘ndrangheta che vedrebbero i propri affari a rischio a causa delle inchieste della Procura di Catanzaro rivolte non solo in Calabria ma, appunto, in Sudamerica e negli Stati Uniti. L’attentato si sarebbe dovuto consumare – scrive ancora Il Fatto Quotidiano – lungo il percorso che collega l’abitazione di Nicola Gratteri al suo ufficio. La scorta del procuratore capo di Catanzaro, non a caso, è stata rinforzata aggiungendo altre tre vetture blindate, munite di “bomb jammer” – un meccanismo che inibisce le frequenze utilizzate per le trasmissioni radio e cellulari. Ciò potrebbe impedire all’esplosivo di essere azionato. La Procura di Salerno, competente sull’inchiesta, ha aperto un fascicolo sulla vicenda. Nel frattempo sono stati messi sotto scorta anche la moglie e i figli del procuratore che studiano fuori sede, lontano dalla Calabria. L’attenzione, dopo una prima segnalazione in merito ad un piano omicida che sarebbe scattato anche in seguito all’operazione denominata Rinascita-Scott, torna ad essere molto alta.