“Votantonio”, Amalia Bruni rivela: “Irto il primo a fare il mio nome”. Scontro in diretta con Jasmine Cristallo (VIDEO)

La candidata di Pd e M5S parla della scelta di candidarsi e racconta il primo sms ricevuto da Carlo Tansi. Critiche a de Magistris: “Non è di sinistra, è solo populista”

Non ha tradito le aspettative la prima puntata di “Votantonio-chiacchiere di libertà” dedicata alle elezioni regionali. Il programma autogestito in onda sulla pagina Facebook di Calabria7 (qui la diretta), prodotto da “Mac Media”, “Città del Vento” e “Mas Training” e condotto dal tandem Vincenzo Merante-Luca Marino, ha avuto come prima ospite Amalia Bruni, candidata del centrosinistra alla Presidenza della Regione.

La sanità

La sanità

Le cose da fare, se fosse eletta alla guida della giunta regionale, sarebbero tante, ma prima di tutto ci vorrebbe “un abbraccio corale a tutti i calabresi perché sarà la vittoria di un popolo che ha voglia di riacquisire la dignità”. Poi ci sarebbe il problema dei problemi, la sanità, su cui va fatto “un lavoro enorme” che deve iniziare secondo Bruni dal mettere il commissariamento in mano al presidente della Giunta regionale: “Dobbiamo ridare il nostro debito sanitario allo Stato, se lo devono riprendere perché sono loro che lo hanno generato. È stata proprio la fase commissariale in questi 12 anni a generare il debito più forte”. Sono stati anni in cui “si è ridotto il numero delle risorse umane, gli ospedali sono stati svuotati, chi è andato in pensione non è stato rimpiazzato e i servizi territoriali hanno subìto gravi perdite”. La conclusione, da medico e da scienziata, è dunque che “la terapia è stata peggiore del male”.

La scelta di candidarsi

Altro argomento toccato è stato quello del Ponte sullo Stretto. Sì o no al Ponte? “Sì – risponde Bruni – ma solo dopo esserci arrivati, e per arrivarci vanno costruite e migliorate le infrastrutture e implementati i treni veloci”. Alla domanda sul motivo che l’ha spinta a candidarsi la scienziata ha risposto: “Serve l’impegno della società civile perché la politica ha lasciato enormi problemi non risolti, ha fallito, non si è curata del benessere delle persone ma spesso solo del benessere personale, mettendo le persone sbagliate al posto giusto e viceversa. Bisogna ripartire da zero, da chi come me non ha avuto esperienze in politica ma ha la forza di volontà e il coraggio che stanno dimostrando assieme a me tante persone pulite consapevoli che questa è l’ultima occasione per far rinascere questa terra”.

Il battibecco tra la scienziata e la “sardina”

Il programma è stato arricchito da un intervento satirico di Piero Procopio e da un videomessaggio di Bobo Craxi, ma la temperatura in studio si è alzata con il battibecco tra Bruni e la “sardina” Jasmine Cristallo, che ha ribadito il suo giudizio sul fatto che “non c’è stata volontà reale di unificare il centrosinistra e per questo ci sono enormi responsabilità di cui si dovrà dare conto ai calabresi”. Bruni aveva parlato di resistenze rispetto al fatto che una donna potesse guidare la coalizione ma Cristallo ha bollato come “scorretto” e “non veritiero” questo riferimento aggiungendo invece che “si è giunti al nome di Amalia Bruni dopo un casting indecoroso”. La scienziata dal canto suo ha addebitato eventuali responsabilità per le divisioni nel centrosinistra a “quelli che non hanno accettato di entrare in coalizione”, ma secondo la “sardina” porre la questione in questi termini equivale a “un ricatto”. Gli animi si sono dunque surriscaldati sulla metodologia di scelta della candidata perché secondo Cristallo “si è voluto garantire una certa parte correntizia del Pd escludendo i territori e vanificando i tentativi di creare l’unità”. Un’interpretazione definita “parziale” da Bruni: “Tutto ciò è accaduto prima che io arrivassi, tutto quello che è accaduto prima e che mi si vuole buttare sulle spalle io non lo accetto”.

I giudizi sui competitor e la “responsabilità” di Irto

Secondo la candidata di Pd e M5S insomma “è stato fatto il massimo ma continuano a esistere schemi inveterati che io non posso accettare, con candidature che per me non erano opportune”. Il giudizio su Luigi de Magistris è netto: “È un populista, non uomo di sinistra”. E Roberto Occhiuto? “È un politico consumato, la sua figura come altre – il riferimento è a Mario Oliverio – è responsabile della situazione in cui si trova la Calabria”. Come ha fatto a convincere Carlo Tansi ad allearsi con quello che lui definiva il Put? “Ci conoscevamo già da prima, quando è uscito il mio nome mi ha mandato un messaggio dicendomi ‘io sono con te’. Poi abbiamo lavorato affinché il suo movimento entrasse nella coalizione e insieme stiamo facendo tanto”. Ma il suo nome chi lo ha fatto? “Il primo è stato Nicola Irto, è lui il responsabile di questa situazione, si era occupato della mozione a favore del Centro regionale di Neurogenetica pur non conoscendomi. È un giovane serio e responsabile”.

s. p.

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