Voti in cambio di appalti, il ruolo dei Brutto a sostegno dell’Udc e l’imprenditore al servizio del clan

di Gabriella Passariello– ‘Ndrangheta, politica e imprenditoria. Un sistema collusivo dove le turbative d’asta, la corruzione e l’abuso di ufficio, venivano attuate utilizzando società e imprese impegnate nel settore della fornitura di materiali per l’anti-infortunistica, aprendo persino una filiale in Albania, con l’appoggio di personaggi politici come Francesco Talarico, segretario regionale dell’Udc e Lorenzo Cesa, all’epoca europarlamentare dello Scudocrociato. Un sistema che avrebbe assicurato al sodalizio di poter contare sull’intercessione di pubblici ufficiali in servizio negli enti pubblici o nelle stazioni appaltanti e di poter contare sull’aiuto di uomini delle Forze dell’ordine per scoprire in anticipo attività di indagine. Per i pm della distrettuale di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, i sostituti procuratori Paolo Sirleo e Veronica Calcagno titolari della maxi inchiesta “Basso Profilo”, che nella mattinata di oggi ha portato all’esecuzione di 50 misure cautelari per complessivi 81 indagati, c’era un disegno ben preciso  tra Tommaso Brutto, il figlio Saverio, Lorenzo Cesa, Luciano D’Alessandro, Ercole D’Alessandro, Antonio Gallo, Antonino Pirrello e Francesco Talarico per commettere una sfilza di reati contro la pubblica amministrazione.

La talpa nelle Fiamme gialle

La talpa nelle Fiamme gialle

Antonio Gallo, in veste di promotore, avrebbe utilizzato le proprie compagini aziendali, “la Gallo Antinfortunistica individuale srl” per stipulare contratti di appalto, interfacciandosi con personaggi politici, garantendo loro il suo appoggio elettorale, grazie a pacchetti di voti di cui disponeva, per insinuarsi negli appalti. Si sarebbe avvalso di ufficiali di polizia giudiziaria per ottenere informazioni processuali sulla sua posizione, notizie utili per eludere le attività investigative, proprio all’indomani della esecuzione della operazione Borderland del 29 novembre 2016, nella quale gli inquirenti avevano raccolto elementi a suo carico, visti i suoi legami con la cosca di ‘ndrangheta dei Trapasso. Antonino Pirrello, anche lui promotore, avrebbe utilizzato la propria società la Puliservice srl, per stipulare contratti di appalto acquisiti grazie ad una serie di favori e, agendo d’intesa con Gallo, si sarebbe interfacciato anche lui con politici, promettendo il suo appoggio elettorale per ricevere in cambio l’affidamento di appalti. Tommaso Brutto e il figlio Saverio, promotori e organizzatori, all’epoca dei fatti consiglieri comunali rispettivamente di Catanzaro e Simeri Crichi, avrebbero individuato in Gallo la figura imprenditoriale in grado di infiltrarsi nel settore degli appalti. L’avrebbero messo in contatto con Francesco Talarico, creando un connubio efficace per reperire appoggi a livello politico e con Ercole D’Alessandro, all’epoca luogotenente della Guardia di Finanza sarebbero riusciti a disporre di notizie top secret. D’Alessandro, allora in servizio al Nucleo di polizia economico finanziario del Gico di Catanzaro, individuato dai Brutto come referente istituzionale-giudiziario in grado di reperire informazioni privilegiate su Gallo, si metteva a disposizione del sodalizio, sfruttando la sua posizione, per attenere “indiscrezioni” che potessero pregiudicare l’esistenza del sodalizio stesso, anche consultando abusivamente banche dati istituzionali. Avrebbe avvicinato colleghi per accedere a informazioni riservate  poi fornite a Gallo, in cambio della partecipazione all’affare imprenditoriale, del figlio Luciano, che sarebbe diventato socio di Gallo nella compagine albanese.

Voti in cambio di appalti

Francesco Talarico, attuale assessore al Bilancio della Regione Calabria, candidato alle elezioni politiche del 2018, offriva il suo appoggio, in cambio di un consistente pacchetto di voti, per introdurre Gallo e Pirrello in ambienti politico istituzionali nazionali, mentre Lorenzo Cesa, all’epoca dei fatti eurodeputato del UDC, d’intesa con Talarico, si impegnava ad appoggiare il gruppo per soddisfare le mire dei sodali nel campo degli appalti. Tutti per la Dda avrebbero contribuito a salvaguardare gli interessi delle cosche dell’Alto Jonio Catanzarese e del Basso Jonio Crotonese, cui Gallo era legato, e quelli delle cosche reggine alle quali era vicino Pirrello. Antonio Gallo, Francesco Talarico, Tommaso e Saverio Brutto, Natale Errigo e Antonino Pirrello sono indagati anche per voto di scambio politico-mafioso. In occasione delle elezioni politiche per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica indette per il 4 marzo 2018, Francesco Talerico candidato per il collegio uninominale di Reggio Calabria per la Camera dei deputati con la lista Udc, in seguito ad un accordo intrattenuto nel corso di una serie di riunioni, a partire dal giugno-luglio 2017 a Catanzaro, con Tommaso Brutto e il figlio Saverio, in cambio dell’impegno di appoggiare Gallo sugli appalti per la fornitura di prodotti antinfortunistici e l’incarico per il figlio Saverio, come segretario particolare di Talarico, si faceva promettere da Saverio Brutto l’intervento del sostegno elettorale di Gallo nel collegio di Reggio Calabria.

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