Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha disposto il differimento della pena per Ambrogio Crespi, condannato a sei anni di carcere con pena definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa con l’accusa di avere procurato voti all’ex assessore lombardo Domenico Zambetti in ambienti legati alla ‘ndrangheta per le regionali del 2010. Crespi sta lasciando il carcere di Opera dove si era costituito l’11 marzo scorso dopo il verdetto della Suprema Corte.
Accolta la richiesta di differimento
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Per i giudici della Sorveglianza di Milano che hanno accolto la richiesta di differimento della pena sino al 9 settembre 2021, “le argomentazioni e gli elementi portati a supporto della domanda di grazia” da Ambrogio Crespi, condannato a sei anni per concorso esterno in associazione mafiosa, “non appaiono manifestamente infondati”. Il Tribunale ‘apre’ dunque alla richiesta di un atto di clemenza invocato nei mesi scorsi dal regista col supporto, tra gli altri, di Radio radicale e di ‘Nessuno tocchi Caino’. Nel farlo, evidenzia nel provvedimento letto dall’AGI, “un chiaro distanziamento dagli ambienti criminali e dal contesto in cui si sono verificati i fatti-reato, evincibile non solo dall’assenza di indizi contrari o di nuovi procedimenti a carico, ma dal fattivo impegno nella creazione di una cultura per la legalità, coma ampiamente documentato dalla difesa”. Il collegio, presieduto da Rosanna Calzolari, valorizza inoltre “l’opera prestata continuativamente con impiego di mezzi, tempo e capacità personali, appare andare oltre il tornaconto personale, la sfera del privato e acquista una valenza altamente riparativa”. Infine, “va sottolineato che la tale valenza riparativa appare strettamente connessa proprio ai fatti oggetto della condanna perché l’attività svolta da Crespi è stata orientata – e così è stata percepita – anche e specificamente alla lotta alla mafia”. Nell’esprimere un parere positivo rispetto alla domanda di grazia, i giudici di Milano che differiscono l’esecuzione della condanna per ‘ndrangheta, sottolineano “la difficoltà di conciliare il condannato” Ambrogio Crespi “per concorso esterno in associazione mafiosa di ieri con l’uomo di oggi, divenuto un simbolo positivo anche della lotta alla mafia”. L'”impegno portato avanti con costanza da Crespi, che lo ha portato a essere identificato come un esempio positivo nelle sua opere”, tra cui il film ‘Spes contra Sperm’ girato in carcere a Opera e presentato al Festival di Venezia, “appare un elemento che può delinearsi come ‘eccezionale’ nella valutazione del soggetto e delle ripercussioni di una pena detentiva applicata, a distanza di molti anni, per un reato riconducibile alla criminalità mafiosa”.