di Danilo Colacino – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini – parlando a Speciale Tg1 Crisi di Governo, in collegamento dalla Puglia – ha spiegato: “Il no alla Tav è stato eclatante. Bonafede è una brava persona, per carità. E non mi interessa litigare con i 5S, che pure mi hanno insultato per mesi. Il fatto è che troppi no erano insostenibili. Pensate alla riforma sulla Giustizia, alla diversa posizione sull’Europa e al taglio delle tasse al 15%. E se non fosse stato per noi, avremmo perso le Olimpiadi rinunciando a 5 miliardi di euro. In passato abbiamo collaborato bene con il Movimento. Ma adesso basta. Potevo far finta di niente e tenermi 7 ministeri, compreso il mio. Ne avrebbero però pagato le conseguenze gli italiani. Altro che ferie, trascorrevo ferragosto con i miei figli. Ma qui si è allagata la cucina. Non era più possibile – dice in modo torrenziale il Capitano – aspettare. So che qualcuno sta provando a tamponare’, io invece ho convocato tutti i ‘parlamentari della Lega a Roma per lunedì. Devono alzare le chiappe da ovunque siano adesso e venire a lavorare nelle Camere. Non è importante dire se correrò da solo. Quello che conta è che decidano gli italiani chi premiare. Noi abbiamo il programma pronto. Poi vedano i cittadini. L’accordo Di Maio-Renzi sarebbe di pessimo gusto. Al Sud – chiude il capo del Carroccio – hanno voglia di buon Governo. È un’istanza che viene proprio dai da meridionali. Non chiedono assistenza e salari minimi, ma sviluppo e lavoro. E io sarò in Campania, accanto agli amici di quella regione, a Castelvolturno il 15 agosto per lottare contro la Camorra”.
Il segretario del Pd Nicola Zingaretti – intervenendo in precedenza in diretta sempre a Speciale Tg1 – non conferma le voci di trattative segrete con i 5S del suo partito, condotte secondo i soliti rumors dall’ex capo del Governo Matteo Renzi, ma saluterebbe molto positivamente il voto alla mozione di sfiducia al ministro dell’Interno Matteo Salvini (che così non ‘gestirebbe’ le elezioni sotto il profilo formale da capo del Viminale, ndr) presentata proprio dai Democrat.
Il segretario del Pd Nicola Zingaretti – intervenendo in precedenza in diretta sempre a Speciale Tg1 – non conferma le voci di trattative segrete con i 5S del suo partito, condotte secondo i soliti rumors dall’ex capo del Governo Matteo Renzi, ma saluterebbe molto positivamente il voto alla mozione di sfiducia al ministro dell’Interno Matteo Salvini (che così non ‘gestirebbe’ le elezioni sotto il profilo formale da capo del Viminale, ndr) presentata proprio dai Democrat.
Risponde alla richiesta subito dopo, per così dire, sempre nella stessa trasmissione di Raiuno, condotta da Francesco Giorgino, il Guardasigilli Alfonso Bonafede: “Mi pare un appello senza senso (quello di Zingaretti, ndr). Salvini si è già sfiduciato da solo, facendo cadere il Governo. Votiamo il taglio dei parlamentari, quindi, e poi torniamo alle urne”.
È il momento della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “La nostra posizione il 12 agosto sarà quella solita: la parola torni agli italiani. Siamo di fronte a una grande occasione. Va bene parlamentarizzare la crisi, ma si vada a votare prestissimo. C’è il fondato timore che qualcuno voglia invece tirarla alle lunge. Soprattutto il Pd che secondo me potrebbe voler tenere in sella Giuseppe Conte. Lega pronta a correre da sola? La gente non lo capirebbe e Matteo, che conosco bene, è troppo intelligente per farlo”.
Ma il centrosinistra non si cura delle riflessioni della Meloni e per bocca della senatrice Loredana De Petris (Leu), collegata da Montecitorio, si esprime così: “La nostra mozione anti-Salvini resta. Sarà un candidato premier e non può rimanere a capo del Viminale. Aggiungo poi che serve un polo democratico di centrosinistra molto ampio per scongiurare l’ipotesi di un Salvini plenipotenziario, il quale ha peraltro attaccato i parlamentari. Un fatto che ci ricorda qualcosa (chiara allusione al Fascismo, ndr)”.
Un video della senatrice Licia Ronzulli di Forza Italia rilancia la proposta di una Forza Italia che vuole ancora essere protagonista alle ormai imminenti elezioni.