Zona rossa in Calabria, Ferro: “Immotivata e disastrosa per l’economia regionale”

Wanda Ferro Province

“L’ipotesi del governo di istituire zona rossa in Calabria è immotivata, ingiusta, e rischia di dare un colpo mortale al fragile tessuto economico regionale, che faticosamente ha resistito alla prima fase”.

E’ quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che spiega: “La Calabria, i cui cittadini hanno sempre mostrato senso di responsabilità e rispetto delle regole, viene penalizzata da una lettura parziale dei parametri sanitari. E’ evidente che la situazione calabrese non è in alcun modo paragonabile, ad esempio, a quella della Lombardia. Il tasso di contagiosità, indicato dall’indice Rt, non può avere lo stesso impatto in territori che hanno numeri di positivi di gran lunga differenti. In Calabria, nonostante l’elevato numero di tamponi effettuati, risultano contagiati meno di un cittadino su 100, e anche il numero dei posti occupati in terapia intensiva, meno di un quarto del totale, è un dato che rende ingiustificata la misura drastica di un nuovo lockdown. Nella stessa regione, poi, ci sono situazioni territoriali molto diverse, con vaste aree quasi per nulla interessate dalla diffusione del virus. Anziché porre riparo ai gravi ritardi accumulati dai commissari governativi che ai vari livelli avrebbero dovuto attrezzare la Calabria per affrontare in serenità la nuova ondata di contagi, ad esempio realizzando un centro covid regionale, il governo Conte sceglie la strada del lockdown, disinteressandosi degli effetti disastrosi del blocco delle attività sull’economia regionale e sull’occupazione. Anziché rendere operative le Usca, anziché potenziare i laboratori, anziché incrementare i posti nei reparti e nelle terapia intensiva anche rafforzando le dotazioni di personale, il governo sacrifica la Calabria, mentre la maggioranza rosso-gialla, con il nuovo Decreto Calabria, continua a fare della sanità calabrese uno strumento di gestione del potere”.

E’ quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che spiega: “La Calabria, i cui cittadini hanno sempre mostrato senso di responsabilità e rispetto delle regole, viene penalizzata da una lettura parziale dei parametri sanitari. E’ evidente che la situazione calabrese non è in alcun modo paragonabile, ad esempio, a quella della Lombardia. Il tasso di contagiosità, indicato dall’indice Rt, non può avere lo stesso impatto in territori che hanno numeri di positivi di gran lunga differenti. In Calabria, nonostante l’elevato numero di tamponi effettuati, risultano contagiati meno di un cittadino su 100, e anche il numero dei posti occupati in terapia intensiva, meno di un quarto del totale, è un dato che rende ingiustificata la misura drastica di un nuovo lockdown. Nella stessa regione, poi, ci sono situazioni territoriali molto diverse, con vaste aree quasi per nulla interessate dalla diffusione del virus. Anziché porre riparo ai gravi ritardi accumulati dai commissari governativi che ai vari livelli avrebbero dovuto attrezzare la Calabria per affrontare in serenità la nuova ondata di contagi, ad esempio realizzando un centro covid regionale, il governo Conte sceglie la strada del lockdown, disinteressandosi degli effetti disastrosi del blocco delle attività sull’economia regionale e sull’occupazione. Anziché rendere operative le Usca, anziché potenziare i laboratori, anziché incrementare i posti nei reparti e nelle terapia intensiva anche rafforzando le dotazioni di personale, il governo sacrifica la Calabria, mentre la maggioranza rosso-gialla, con il nuovo Decreto Calabria, continua a fare della sanità calabrese uno strumento di gestione del potere”.

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