Il reggente del clan Bonavota ai domiciliari: “Sta male e ha perso 30 chili in 10 mesi”

di Mimmo Famularo – E’  un paziente oncologico, ha perso trenta chili in dieci mesi e deve necessariamente sottoporsi a una serie di accertamenti strumentali. La perizia redatta dal medico legale Maurizio Caglioti non dà adito a ulteriori dubbi: Domenico Cugliari, alias “Micu i mela”, considerato dagli inquirenti il reggente della famiglia di ‘ndrangheta dei Bonavota di Sant’Onofrio, sta male e le sue condizioni di salute sono incompatibili con il carcere. Così il gip distrettuale di Catanzaro, Claudio Paris, ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati Michelangelo Miceli e Francesco Muzzopappa sostituendo la misura cautelare in carcere con quella ai domiciliari. Lo zio di Pasquale, Nicola e Domenico Bonavota potrà dunque lasciare la casa circondariale di Nuoro dove si trovava detenuto dopo essere stato arrestato nell’ambito della maxi inchiesta della Dda di Catanzaro denominata “Rinascita Scott” che ha sgominato le principali consorterie mafiose operanti nel Vibonese.

La perizia e l’incompatibilità carceraria

La perizia e l’incompatibilità carceraria

Secondo quanto messo nero su bianco dal medico legale Maurizio Caglioti emerge un quadro di compatibilità con il carcere condizionato però alla possibilità di garantire a Domenico Cuglieri in tempi brevi “un ricovero in una struttura clinica del servizio sanitario dotata dei servizi specialistici idonei a ottenere un esatto inquadramento diagnostico del grave deperimento organico con successiva rivalutazione dello stato di incompatibilità con il regime detentivo all’esito dell’accertata diagnosi”. Come evidenziato dagli avvocati difensori nell’istanza di scarcerazione, si tratta di un paziente oncologico che è stato già sottoposto a due interventi chirurgici molto delicati. “Il follow up oncologico – si ribadisce – prevede ogni sei mesi l’effettuazione di specifici accertamenti strumentali clinici che nel 2020 non risultano eseguiti” per problematiche legati all’emergenza Covid. Per l’impossibilità di garantire nel breve periodo le cure e gli interventi diagnostici indicati dal perito, il gip ha ritenuto incompatibili con il carcere le attuali condizioni di salute di “Micu i mela”.

Imputato in “Rinascita Scott”

Domenico Cugliari, 61 anni, è considerato dagli investigatori elemento di vertice della potente famiglia di Sant’Onofrio. Secondo la Dda di Catanzaro nel periodo di detenzione o di latitanza dei nipoti Pasquale e Domenico Bonavota avrebbe retto il clan dettando le strategie e dando ordini ai sodali. Nel maxi blitz “Rinascita Scott” del 19 dicembre 2019 è stato arrestato, tra le altre cose, con l’accusa di associazione mafiosa. Rinviato a giudizio nel corso dell’udienza preliminare che si è tenuta nell’aula bunker di Rebibbia, “Micu i mela” ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con il rito ordinario. Sarà tra gli oltre 300 imputati che il prossimo 13 gennaio compariranno dinnanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nel maxi processo che si terrà nella futuristica aula bunker di Lamezia Terme. Nel frattempo potrà lasciare il carcere e tornare nella sua abitazione di Torino dove vive dal 2016 dopo aver lasciato il suo paese d’origine, Sant’Onofrio, il feudo dei Bonavota.

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