Il gip del Tribunale di Catanzaro, Alfredo Ferraro, ha sostituito la misura degli arrestati domiciliari con quello dell’obbligo di dimora nel comune di residenza con divieto di allontanarsi dalla propria abitazione dalle 21 alle 7 nei confronti di tredici indagati coinvolti nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia denominata “Basso Profilo”. Si tratta dell’ex assessore regionale Francesco Talarico (assistito dall’avvocato Francesco Gambardella), Antonino Pirrello, Natale Errigo, Luciano D’Alessandro, Alberto Zavatta, Claudio Zavatta, Mario Esposito (difeso dall’avvocato Antonello Talerico e Domenico Caliò), Valerio Antonio Drosi, Antonella Drosi, Eugenia Curcio, Rosario Bonofiglio, Elena Banu e Luigi Alecce.
Decisione immutata per i Brutto
Decisione immutata per i Brutto
Il giudice per le indagini preliminari – come indicato dal pubblico ministero in seguito alla fase di riesame – ha rivalutato determinate posizioni modificando il quadro indiziario (come per esempio l’aggravante mafiosa) e cautelare “che in alcuni casi merita una rivisitazione”. Il gip pur escludendo l’aggravante mafiosa per l’ex consigliere comunale Tommaso Brutto e il figlio Saverio ha deciso di mantenere nei loro confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Nel collegio difensivo compaiono, tra gli altri, i legali Enzo De Caro, Arcangelo De Caro, Armodio Migali e Bruno Raffaele.