Da 3 anni e 6 mesi sentenziati dal giudice di prime cure a 2 anni in secondo grado. La Corte di appello di Catanzaro, accogliendo la richiesta dell’avvocato difensore Francesco Mancuso ha ridotto la pena nei confronti di S. Y., 33 anni, marocchino residente nel Catanzarese, accusato di aver maltrattato, minacciato di morte padre, madre e i suoi fratelli, per futili motivi, aggrediti quotidianamente nel corso di litigi banali, lanciando sassi, scagliando contro il padre secchi pieni di materiale ferroso inveendo contro chi lo ha generato con parole irripetibili, pronunciando frasi che avrebbero terrorizzato i suoi familiari: “giuro che vi uccido. Se entrate nella mia stanza vi ammazzo e vi sotterro qui”.
Un incubo vissuto tra le mura domestiche, protratto nel tempo, fino a quando il gip Paola Ciriaco ha firmato nel 2022 su richiesta della Procura di Catanzaro un’ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti dell’imputato, poi passato ai domiciliari e adesso libero, come disposto dai giudici di secondo grado, presidente Giancarlo Bianchi, a latere Ippolita Luzzo e Carmela Tedesco.
Un incubo vissuto tra le mura domestiche, protratto nel tempo, fino a quando il gip Paola Ciriaco ha firmato nel 2022 su richiesta della Procura di Catanzaro un’ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti dell’imputato, poi passato ai domiciliari e adesso libero, come disposto dai giudici di secondo grado, presidente Giancarlo Bianchi, a latere Ippolita Luzzo e Carmela Tedesco.
Fratelli afferrati per la gola
Secondo le accuse poste alla base dell’ordinanza, l’imputato, che risponde di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali nel sui momenti di rabbia cieca, avrebbe spinto, strattonato i genitori sputandoli e avrebbe afferrato per la gola i suoi fratelli lanciando contro di loro i più svariati oggetti. Un’ira implacabile che lo avrebbe indotto a distruggere le finestre, le tapparelle di casa e la macchinetta del caffè. Nel 2014 solo i carabinieri sono riusciti a fermare l’indagato evitando il peggio mentre il giovane scagliava sassi contro i fratelli minorenni e al 2020 risale l’episodio in cui il cautelato avrebbe lanciato secchiate di materiale ferroso colpendo ripetutamente il padre. E le conseguenze delle aggressioni subite dai fratelli sono state un “trauma contusivo distorsivo con piccola infrazione del nucleo radiale di ossificazione” guaribile in 25 giorni e un “trauma di aggressione”, giudicato guaribile in 15 giorni.