Oggi, venerdì 5 marzo, mezza Italia cambierà colore e virerà verso il rosso (cioè verso il lockdown) o l’arancione. Poche regioni rimarranno gialle. Il Covid avanza, l’Italia si arrocca in zona rossa e arancione. Oggi la consueta riunione della Cabina di regìa prende in esame il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, dopodiché il ministro della Salute, Roberto Speranza, deciderà i nuovi colori delle regioni con le relative restrizioni che entreranno in vigore lunedì 8 marzo.
A rischiare restrizioni ulteriori e fasce diverse, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sono Emilia-Romagna e Campania. L’epidemia accelera sotto la spinta delle varianti e giovedì sono stati 22.865 i nuovi contagi che portano a quasi 3 milioni i casi accertati dal febbraio scorso. Quasi 100mila le vittime Covid dall’inizio della pandemia.
A rischiare restrizioni ulteriori e fasce diverse, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sono Emilia-Romagna e Campania. L’epidemia accelera sotto la spinta delle varianti e giovedì sono stati 22.865 i nuovi contagi che portano a quasi 3 milioni i casi accertati dal febbraio scorso. Quasi 100mila le vittime Covid dall’inizio della pandemia.
Zona rossa
Sarà il monitoraggio di oggi a stabilire il cambio dei colori che scatterà lunedì 8 marzo dopo l’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza. A rischiare di scivolare in zona rossa è l’Emilia-Romagna, già costellata di province con restrizioni più dure. A pesare due parametri: Rt sopra 1 e la crescita dei ricoveri in terapia intensiva. “La priorità è vaccinare” dice il governatore Stefano Bonaccini. In Campania, a “rendere ormai inevitabile la zona rossa è la fortissima crescita del contagio” connesso alle varianti. Lo spiega l’unità di crisi regionale che ha disposto tamponi di massa nei comuni con più casi.
Calabria arancione?
Se la Lombardia gioca d’anticipo la carta arancione scuro, il Piemonte resta in bilico con l’impennata di contagi (2.167) e l’occupazione delle terapie intensive vicina alla soglia critica. “Ma non dovremmo passare in zona rossa”, rassicura il governatore Alberto Cirio. Anche l’Abruzzo dovrebbe “complessivamente rimanere in zona arancione” spiega il presidente Marco Marsilio. I dati dell’epidemia mettono a rischio arancione Calabria e Friuli-Venezia Giulia. Scontato il passaggio del Veneto che conta 1.500 nuovi casi in 24 ore e un Rt salito a 1,12.
“È verosimile che si torni a ballare. L’aereo potrà avere delle turbolenze in volo”, ha ammesso il governatore Luca Zaia. In bilico anche la Puglia dove l’Rt resta inferiore a 1, “ma gli indicatori segnalano un rischio moderato e per questo potremmo essere in arancione” ammette l’assessore regionale alla Salute, Pierluigi Lopalco. L’Rt del Lazio si ferma poco sotto l’1 (0,98) e salvo problemi sulle terapie intensive, la regione dovrebbe rimanere in giallo.
Dai 339.635 tamponi analizzati ieri (circa 20 mila in meno del giorno precedente) l’indice di positività è schizzato al 6,7% (mercoledì era al 5,8%). In aumento i ricoveri (+ 394) e le terapie intensive (il saldo è +64, ma solo ieri i nuovi ingressi sono stati 232). Un cenno ai vaccini: 1,5 milioni di italiani hanno già ricevuto le due dosi. In tutto ne sono state somministrate 4,9 milioni.
La terza ondata
Dopo un periodo di apparente calma piatta, la curva dell’epidemia è tornata salire: in una settimana (24 febbraio al 2 marzo) i contagi sono aumentati del 33% certifica la Fondazione Gimbe. “È l’inizio della terza ondata — afferma il presidente Nino Cartabellotta — che trova la strada spianata. Le zone rosse vengono decise troppo tardi e la campagna vaccinale fatica a decollare”.