Maestrale-Imperium-Olimpo, la Corte d’appello di Catanzaro accoglie l’istanza di ricusazione del giudice Macrì

Era stata presentata dalla Direzione distrettuale antimafia. Non si ripartirà da zero: dichiarati efficaci tutti gli atti compiuti finora

Il filone ordinario del maxi processo, scaturito dalle inchiesta Maestrale, Imperium e Olimpo, è salvo. Nonostante la ricusazione del presidente del Tribunale collegiale di Vibo, non si ripartirà da zero. La Corte d’Appello di Catanzaro presieduta da Loredana De Franco (a latere Giancarlo Bianchi e Ippolita Luzzo) ha accolto l’istanza di ricusazione presentata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nei confronti del giudice Tiziana Macrì, deputata a presiedere il collegio per la trattazione del procedimento penale ma ha dichiarato efficaci tutti gli atti compiuti finora. Si ripartirà con un nuovo presidente il prossimo 29 maggio nell’aula bunker del nuovo Tribunale di Vibo.

Con lo stesso provvedimento la Corte d’appello ha dichiarato il non luogo a procedere in ordine all’istanza di ricusazione presentata dalla stessa Dda con riferimento alla posizione di Francesco Barbieri “essendo stata autorizzata l’astensione richiesta dalla dottoressa Macrì dal presidente del Tribunale di Vibo Valentia del 19 marzo del 2024”. Assorbita nella stessa richiesta della Dda di Catanzaro l’istanza di ricusazione che gli avvocati Paride Scinica e Francesco Calabrese, difensori di Pantaleone Mancuso aveva avanzato nei confronti della stessa Macrì.

Con lo stesso provvedimento la Corte d’appello ha dichiarato il non luogo a procedere in ordine all’istanza di ricusazione presentata dalla stessa Dda con riferimento alla posizione di Francesco Barbieri “essendo stata autorizzata l’astensione richiesta dalla dottoressa Macrì dal presidente del Tribunale di Vibo Valentia del 19 marzo del 2024”. Assorbita nella stessa richiesta della Dda di Catanzaro l’istanza di ricusazione che gli avvocati Paride Scinica e Francesco Calabrese, difensori di Pantaleone Mancuso aveva avanzato nei confronti della stessa Macrì.

L’istanza di ricusazione alla Corte d’appello di Catanzaro era stata avanzata dal procuratore facente funzione della Dda di Catanzaro Vincenzo Capomolla unitamente ai pubblici ministeri Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo e Irene Crea secondo i quali il giudice Tiziana Macrì è incompatibile nella trattazione di questo processo perché ha esercitato nella fase di indagine, funzione di gip di tutti e tre i tronconi autorizzando attività intercettiva, sulla posizione di Costantino Gaudioso, stralciata da Rinascita Scott e riunita al presente procedimento che è il frutto di tre inchieste condensate in una unica dall’Ufficio di procura distrettuale; poi su quella di Francesco La Rosa.  Alla richiesta della Dda si erano associate le parti civili e anche il difensore di Luigi Mancuso e Pantaleone Mancuso (alias Scarpuni) l’avvocato Paride Scinica che avanzato richiesta di ricusazione perché il giudice Macrì nell’ambito dell’inchiesta “Imperium” nell’autorizzare la richiesta della Procura di intercettazione su Paolo Mercurio ha espresso un giudizio di gravità indiziaria su reati contestati a Pantalone Mancuso; mentre nell’inchiesta “Olimpo”, nel convalidare un decreto intercettivo su Francesco La Rosa, ha espresso un giudizio di gravità indiziaria sui reati contestati a Luigi Mancuso. La Corte d’appello di Catanzaro ha giudicato fondata l’istanza e ora il processo ripartirà con il cambio del presidente e con l’efficacia di tutti gli atti. (mi.fa.)

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