Mare Magnum, dissequestrato l’impero dei fratelli Perri. I giudici respingono la richiesta di confisca della Dda

Negata dai giudici anche la richiesta di applicazione della misura personale della sorveglianza speciale ai fratelli Perri

Non ci sarà alcuna confisca sull’impero dei fratelli Franco, Pasqualino e Marcello Perri, a cui le Fiamme gialle di Catanzaro avevano messo i sigilli nel 2022 ai loro beni per un valore di 800 milioni di euro (LEGGI), nell’ambito dell’inchiesta Mare Magnum, che punta a far luce sui legami tra ‘ndrangheta e imprenditoria.  Lo ha deciso la seconda sezione penale, misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro, presidente Maria Rosaria Migliarino, a latere Roberta Cafiero e Andrea Odierno, che ne ha disposto il dissequestro, accogliendo le istanze difensive degli avvocati Salvatore Staiano, Aldo Ferraro, Giuseppe Mussari, Michele Cerminara, Paolo Grasso, Giuseppe Lucibello, Gaetano Nicotera, Maurizio Nucci  e Vincenzo Visciglia, respingendo la duplice proposta di e di applicazione della misura della sorveglianza speciale richiesta dalla Dda. 

I beni dissequestrati

I beni dissequestrati

Tra i beni dissequestrati ci sono le quote di due società sportive, della Vigor Lamezia e della squadra di volley Pallavolo Lamezia, 22 complessi aziendali, comprendenti uno dei centri commerciali  più grandi della Calabria, il “Due Mari” di Maida, in provincia di Catanzaro; 19 ipermercati; attività di commercio di autoveicoli e di rivendita di motocicli e ciclomotori; attività operanti nei settori della costruzione di edifici residenziali e non residenziali; intermediazione finanziaria; produzione di gelati; gestione di impianti polivalenti; locazioni immobiliari; partecipazioni in 34 società, attive nei settori della grande distribuzione alimentare, rivendita di autovetture, ottica, commercio al dettaglio di generi alimentari, ristorazione, immobiliare, ed anche 26 fabbricati fra cui 2 ville di lusso; 42 terreni; 19 autoveicoli tra i quali una Ferrari; 4 motoveicoli di lusso; una ditta individuale, operante nel settore della ristorazione; tutti i rapporti bancari intestati o riconducibili ai proposti e ai loro familiari.

L’elenco dei beni dissequestrati

  il 100% del capitale sociale e il complesso di beni aziendali dell’Autodromo Due Mari S.r.l.;

  il 25% del capitale sociale della “Belmare Tour srl” con sede a Lamezia Terme;

  la ditta individuale “Perri Francesco” con sede a Lamezia Terme;

  il 100% del capitale sociale del “Centro Commerciale Due Mari srl” con sede legale a Lamezia Terme;

  il 100% del capitale sociale della “D.D.M. srl” con sede legale a Lamezia Terme;

  il 100% del capitale sociale della Eco.Mer. srl (in liquidazione);

  il 100% del capitale sociale della “Ega Discount Perri srl”;

  il 100% del capitale sociale della “Ega Discount srl”;

  il 100% della “Fp Holding srl”;

  il 50% della società in liquidazione “Frasal srl”;

  il 100% della “Futuro srl”;

  il 100% della “G. Tripodi srl”;

  il 18,38% della Gi.An.Pi. srl”;

  il 45% de “La Ginestra Immobiliare Srl”;

  il 100% della “Grande distribuzione lametina”;

  il 100% della società in liquidazione “Indu.Gel srl”;

  il 100% dell’ipermercato “Due Mari srl”;

  il 100% della “Ipermercato Midwai srl”;

  il 100% del “La Nuova Nave srl”;

  il 100% della “Mille Market”;

  il 51% della “Oggiesse srl”;

  il 50% della “Ottica Center srl”;

  il 65% della “P.M. International srl”

  il 10% della “Pallavolo Lamezia srl”;

  il 100% della “PCS srl”;

  il 100% della “PE.D.A. Calabria srl”;

  il 100% della “Perri Automotive srl”;

  il 100% della “Perri Property srl”;

  il 100% della “Stella Marina srl”;

  il 100% della “Supermercati DUEP srl”;

  il 100% della “Supermercati Perri srl”;

  il 50% della “TMB srl”;

  il 12,61% della “Vigor Lamezia srl” (Pasqualino Perri);

  il 5,04% della “Vigor Lamezia srl” (Marcello Perri);

  l’1,26% della “Vigor Lamezia srl” (Francesco Perri).

“Gli imprenditori del clan Iannazzo”

Secondo le ipotesi di accusa i fratelli Perri “costituiscono gli imprenditori di riferimento delle cosche operanti nel comprensorio lametino, in quanto asservendo le aziende  di cui sono titolari agli interessi e alle esigenze dell’associazione ‘ndranghetista, sono legati a quest’ultima da un illecito accordo a prestazioni corrispettive, di reciproco e mutuo vantaggio” e secondo gli inquirenti  loro avrebbero “ottenuto ingenti profitti grazie all’intermediazione mafiosa e in violazione delle regole del libero mercato”. Franco, Pasqualino e Marcello Perri sono figli di Antonio, ucciso il 10 marzo 2003 a Lamezia Terme, davanti a un supermercato di sua proprietà, mentre si accingeva a realizzare il centro commerciale “Due Mari”, uno dei più grandi della Calabria. Antonio Perri, sarebbe stato ucciso dal clan Torcasio perché vicino alla potente cosca lametina della famiglia Iannazzo. Francesco Perri, (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Aldo Ferraro, che si sono avvalsi della collaborazione di Marta Staiano e Livio Muscatiello, oltre che dell’apporto dei commercialisti Claudio Schiavone e Vittoria Iaquinta), morto il padre ed ereditati, insieme ai fratelli, tutti i suoi beni, sarebbe diventato il “dominus” delle attività di famiglia colui che avrebbe commissionato alla cosca la gambizzazione di Marcello Perri quando, a causa di contrasti insorti nella gestione delle attività di famiglia, minacciò di cedere le sue quote societarie.

Ecco come il clan avrebbe sostenuto gli interessi di Perri

La cosca Iannazzo avrebbe sostenuto gli interessi di Francesco Perri impedendo l’apertura di supermercati da parte di una nota catena commerciale concorrente o intervenendo per allontanare dei giovani che infastidivano i clienti davanti a una delle sue rivendite. Il clan sarebbe anche intervenuto quando qualcuno trafugò la salma di Antonio Perri facendo in modo che fosse ritrovata. Perri, in sostanza, avrebbe instaurato con la famiglia Iannazzo un rapporto “sinallagmatico” che gli avrebbe consentito, tra le altre cose, di avere il monopolio sulla distribuzione di generi alimentari, attraverso i suoi supermercati, a Lamezia Terme (g. p.).

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