Sono le 18.15 quando il procuratore capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri, accompagnato dal pool da lui coordinato da Antonio De Bernardo, Anna Maria Frustaci, Andrea Mancuso e Andrea Giuseppe Buzzelli, inizia a leggere le richieste di pena nei confronti di 337 imputati nel processo Rinascita Scott, nato dal maxi blitz della Dda di Catanzaro che ha messo in ginocchio le cosche del Vibonese, non prima però di aver esternato alcune riflessioni. “In pochi avevano creduto in questo processo, per la mole degli imputati, per il collegio dalla giovane età, c’è stata una sorta di tifo, perché questo processo non si celebrasse, ma si è svolto con serenità e se ci sono stati momenti di tensione è normale, è il sale del processo”. Rivolgendosi al collegio, lo ha ringraziato per aver dato a tutti la possibilità di poter sviscerare e “ritornare anche tre volte sulla stessa cosa: la cosa importante è stata il portare sul tavolo di questo collegio tutto quello che c’era a carico e a discarico degli imputati. Noi siamo convinti di aver fatto appieno il nostro lavoro”. (g. p.)