Dibattito acceso nel corso dell’incontro sull’acqua tenutosi sabato a Marcellinara. “No ad un Società per azioni per la gestione pubblica dell’acqua. Sì ad un’azienda speciale con i Comuni protagonisti” questa la sintesi di quanto espresso dal sindaco di Marcellinara Vittorio Scerbo il quale contesta la decisione dell’Autorità Idrica Calabria di fondare una Spa con capitale pubblico. Nel fare il punto sulla situazione in Calabria, a dieci anni dal referendum, il Direttore Generale dell’Autorità idrica Calabria Francesco Viscomi ha illustrato la recente determinazione dell’AIC sulla costituzione di una Società per azioni quale gestore del settore idrico integrato calabrese. “Non si possono creare dubbi sul fatto che la gestione dell’acqua, bene comune, debba essere scevra da qualsivoglia profitto – ha evidenziato il sindaco Vittorio Scerbo. Mi chiedo allora a cosa serva una società per azioni con capitale interamente pubblico?“.
La Calabria è ricca di acqua potabile
La Calabria è ricca di acqua potabile
“La nostra regione – ha proseguito il sindaco Vittorio Scerbo è ricchissima d’acqua ma la gestione scellerata di certa politica è la causa della grande sete di cui soffre, specialmente nella stagione estiva, la Calabria. Ovunque perdite, disservizi, furti e incapacità organizzative dovuti in massima parte ad una gestione semiprivatistica. Nessuno si illuda di poter continuare a speculare e introitare con la gestione attuale. La gestione del settore idrico, considerato che l’AIC, nel dicembre scorso, è andata nella direzione del gestore interamente pubblico, non può che avvenire attraverso un’azienda speciale con i Comuni che siano i veri attori protagonisti. Una società per azioni non ha ragion d’essere e, già quella attuale, deve essere definitivamente liquidata. E’ indispensabile rendere efficiente ed efficace l’erogazione del servizio alla popolazione per garantire l’equità dell’erogazione idrica a tutti i territori della regione che oggi lamentano carenze e penuria d’acqua. I fondi per gli investimenti ci sono, grazie anche alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: possono essere programmati interventi significativi nel settore per superare il gap infrastrutturale della rete e delle condotte, che ci distanzia dalle altre regioni soprattutto del Nord che già, oggi, investono 65 euro pro capite, mentre al Sud si arriva alla cifra ben più bassa di 26 euro pro-capite”.