Le misure che il Governo intende introdurre con il prossimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri potrebbero anche essere estreme. Come, per esempio, quella di applicare il divieto di assembramento impedendo ai cittadini di sostare davanti a bar e ristoranti. È la norma che si valuta di inserire nel nuovo Dpcm che il premier Conte firmerà il prossimo 15 ottobre, e per preparare il quale il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha deciso di convocare un Comitato tecnico scientifico d’urgenza per la giornata di domani, domenica 11 ottobre. Di fronte a una curva epidemiologica che continua a crescere il governo mette a punto le «misure di contenimento» dei contagi da Covid-19. Nel frattempo, il dialogo con i presidenti delle Regioni continua. La volontà è quella di muoversi insieme per “evitare un altro lockdown”. Le chiusure locali potranno essere decise dai presidenti e comunicate al governo ma, un eventuale lockdown dell’intera Regione o un divieto di spostamento tra Regioni, dovrà essere concordato con l’esecutivo.
Il “divieto di sosta”
Il “divieto di sosta”
Nel Dpcm si sta pensando di inserire, inoltre,una norma che vieti la sosta di fronte ai locali. Si potrà entrare nelle sale o rimanere all’aperto, purché si stia seduti al tavolo e si garantisca il distanziamento tra le persone. Senza posto a sedere, in pratica, si dovrà andare via. Non si potrà stare in piedi all’aperto, come accade in alcune piazze di sera. E questo varrà anche per i parchi e gli altri luoghi. Tutto ciò per evitare la chiusura in orario anticipato di bar e ristoranti, o addirittura la chiusura qualora la situazione dovesse peggiorare.
Gli scenari di rischio
Nel caso di “trasmissibilità sostenuta e diffusa”, cioè quella attuale “con un valore di Rt regionali prevalentemente e significativamente compresi tra Rt 1 e Rt 1.25″ si valuterà la rimodulazione delle attività con misure più stringenti. Il primo sono i “lockdown locali temporanei su scala provinciale”. L’altro è la “chiusura dei locali notturni, bar e ristoranti, inizialmente solo in orari specifici, in modo da evitare la movida”. Questa soluzione peserebbe in maniera forte sull’economia di queste attività. Si sta cercando di evitarla, quindi, limitando le presenze all’esterno e fissando regole più stringenti per le feste private: il numero degli ospiti dovrà essere limitato in modo proporzionale alla capienza delle sale.
Smart working
Uno dei punti del nuovo Decreto, che il presidente Giuseppe Conte firmerà il prossimo giovedì, è rendere quasi obbligatorio il lavoro da remoto. Tra le motivazioni che incentivano il governo a puntare su questa misura c’è la volontà di diminuire le presenze negli uffici, per evitare assembramenti negli ambienti di lavoro. Lo smart working, inoltre, evita gli affollamenti sui trasporti pubblici. Si punta, fra l’altro, ad alleggerire la capienza delle corse del 50%.
Coronavirus, verso lo stop al calcetto e alle feste private in casa