di Mimmo Famularo – Vendevano droga di qualsiasi tipo a quasi tutti i tossicodipendenti di Catanzaro e dei paesi limitrofi le due organizzazioni di etnie rom, legate tra di loro da rapporti parentali, smantellate da carabinieri e polizia nel blitz di questa notte nella zona Sud della città, tra viale Isonzo e il quartiere Pistoia. Un dato rimarcato dal procuratore Nicola Gratteri nella conferenza stampa che ha illustrato i dettagli dell’operazione che, non a caso, è stata denominata in codice “Aesontium”. Un volume d’affari notevole perché a rifornirsi di cocaina e di altre sostanze stupefacenti c’era anche la “Catanzaro bene”. Centinaia le persone che si rivolgevano – così come evidenziato dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla – ai due gruppi criminali e che nell’arco di oltre quattro anni di attività investigativa sono state segnalate alla Prefettura di Catanzaro quali assuntori.
Il “quartiere commerciale” della cocaina e i “baby-pusher”
Il “quartiere commerciale” della cocaina e i “baby-pusher”
L’indagine è nata da un sequestro di droga nel settembre del 2016. Carabinieri e polizia hanno proceduto parallelamente e l’epilogo è stato convergente. Nel cuore della notte si sono ritrovati nella zona Sud di Catanzaro per espugnare la roccaforte rom presidiata da vedette e dal telecamere di videosorveglianza come fosse una Repubblica autonoma. Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire i ruoli di ogni componente dei due sodalizi: dal vertice fino alla manovalanza; dagli approvvigionamenti che avvenivano per il tramite di un soggetto di origini albanesi che dimorava in Puglia e da elementi contigui alle cosche del versante della costa ionica fino alla distribuzione al dettaglio spesso affidata a minorenni, in alcuni casi anche baby-pusher in qualche caso neppure adolescenti. Nel quartiere dello spaccio c’era di tutto: marijuana, hashish, cocaina, eroina. Una sorta di centro commerciale all’area aperta dedito al traffico illecito di sostanze stupefacenti.
L’angoscia dei cittadini
“Questa indagine – ha dichiarato Gratteri – riguarda la vita quotidiana della città di Catanzaro. Mi è capitato spesso in questi anni di sentire tanti cittadini vivere nell’angoscia di vedersi rubare l’auto o della droga venduta in pieno giorno”. Il procuratore di Catanzaro ha definito le due organizzazioni criminali che avevano di fatto il monopolio nella distribuzione al dettaglio delle sostanze stupefacenti in città “fastidiose” per l’odioso reato del furto di auto con la restituzione attraverso la tecnica del “cavallo di ritorno”. Una vera e propria estorsione a discapito di onesti cittadini. “Non è concepibile – ha detto Gratteri – che questa gente abbia il controllo assoluto e totale di un quartiere di Catanzaro”. Un’area che dominavano con l’ausilio di vedette e di telecamere di videosorveglianza. Fastidiosi ma anche “spregiudicati” perché vendevano la droga a ragazzi e la facevano vendere pure da minorenni. “Il massimo della spregiudicatezza e della crudeltà senza un minimo di coscienza. Anche queste indagini – ha concluso Gratteri – sono importanti perché riguardano la qualità della vita dei cittadini”.
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