Mazzette per favorire i mafiosi, arrestato a Bari il giudice De Benedictis

Dodici le persone indagate dalla Procura di Lecce. In carcere, come riporta l'Agi,  sono finiti anche l'avvocato barese Giancarlo Chiariello e Danilo Pietro Della Malva

Sorpreso dai carabinieri dopo avere intascato una mazzetta da 6mila euro da un avvocato, per emettere un provvedimento di scarcerazione nei confronti di un suo assistito: il 9 aprile il giudice barese Giuseppe De Benedictis (in servizio all’ufficio gip-gup) è stato arrestato per corruzione in atti giudiziari. Giorni prima aveva chiesto di lasciare la magistratura “per vergogna”. In carcere, come riporta l’Agi,  sono finiti anche l’avvocato barese Giancarlo Chiariello e Danilo Pietro Della Malva, trentacinquenne foggiano coinvolto in un’inchiesta per narcotraffico, ritenuto il principale corruttore. Dodici le persone indagate dalla Procura di Lecce, tra le quali altri tre avvocati, un carabiniere della sezione di polizia giudiziaria di Bari, altri tre esponenti della criminalità organizzata e due favoreggiatori.

A inchiodarli sono state intercettazioni ambientali, pedinamenti e le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, che hanno parlato di un sistema noto nell’ambiente criminale, in base al quale versando soldi al giudice De Benedictis, tramite alcuni avvocati baresi, era possibile ottenere provvedimenti giudiziari favorevoli, in particolare l’alleggerimento di misure cautelari. L’inchiesta e’ nata dalle segnalazioni delle procure di Bari e Trani di possibili illeciti commessi da magistrati, alla Procura di Lecce, competente a indagare.

A inchiodarli sono state intercettazioni ambientali, pedinamenti e le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, che hanno parlato di un sistema noto nell’ambiente criminale, in base al quale versando soldi al giudice De Benedictis, tramite alcuni avvocati baresi, era possibile ottenere provvedimenti giudiziari favorevoli, in particolare l’alleggerimento di misure cautelari. L’inchiesta e’ nata dalle segnalazioni delle procure di Bari e Trani di possibili illeciti commessi da magistrati, alla Procura di Lecce, competente a indagare.

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