“A Catanzaro manca consapevolezza, ma è bellissima”

Sarah, 26 anni da compiere. Francesco, 35 anni compiuti qualche mese fa. Entrambi, nelle scorse settimane, hanno vinto le borse di studio finalizzate alla gestione annuale della biblioteca della Camera di Commercio di Catanzaro.

Due giovani diversi che Calabria 7 ha pensato bene di ascoltare in tutte le loro sfaccettature.

Due giovani diversi che Calabria 7 ha pensato bene di ascoltare in tutte le loro sfaccettature.
Dalla chiacchierata con entrambi si evince il carattere forte di Sarah, amante di Catanzaro proprio come quelle nuvole che abbracciano il sole nelle giornate primaverili. Ma anche un tornado di idee imperniate sulla cultura, sulla storia del territorio e sull’essere romantica in qualsiasi azione che compie.

Francesco, invece, che metto in campo la sua esperienza, mostra un lato speranzoso, affermando concetti chiari nei confronti della città e del suo lavoro. Proprio come quelle persone decise a fare bene in un campo importante come quello della cultura.

Entrambi iniziano parlando della loro esperienza all’ìnterno dell’ordinata biblioteca della CCIAA del capoluogo.

Sarah: “Spero che tutto questo sia doraturo, anche perché il lavoro deve avere un senso anche in futuro e, soprattutto, deve essere gestito da bibliotecari, ossia persone in grado di dare una consulenza su qualsiasi libro. Vorrei gente capace di seguirmi nei consigli che do. Al momento posso affermare che le mie sensazioni sono positive. La Camera di Commercio è un ambiente splendido, ha un palazzo straordinario, storico. Perché non può diventare anche un centro di incontri, anche una volta al mese, su giurisprudenza e storia economica, magari in sinergia con l’università? Nella mia mente ho l’idea di parlare con i vari professori affinché loro stessi possano proporre ricerche sul territorio, confronti perché hanno il materiale a disposizione”.

Francesco: “La penso come Sarah, in tutto e per tutto. La biblioteca deve essere gestito da persone vogliose di dare informazioni sui testi, sia a livello storico che economico. Insomma, da supporto. Parlando del mio lavoro, non posso che essere contento”.

Messo da parte il ruolo attuale, il confronto diventa ancora più interessante quando si parla del futuro personale e non solo.

Sarah: “Il mio domani lo vedo fuori da questo Paese perché non viene riconosciuto quello che ho fatto fino a questo momento. Se devo essere sincera il concorso vinto alla Camera di Commercio mi ha ridato quella voglia di scommettere su Catanzaro. Tuttavia, se le cose dovessero cambiare, sarei ben felice di rimanere nella mia città che, non dimentichiamolo, ha tantissime potenzialità, come la seta. Quest’ultima va valorizzata. Bisogna capirlo”.

Francesco: “Il mio futuro lo vedo in Calabria perché ci credo. Mi piacerebbe stare a Catanzaro, non lo nascondo. Amo l’ambiente culturale e vorrei continuare su questa strada, facendo sempre meglio”.

Successivamente spazio alla rispettiva passione che ha che fare con le materie umanistiche.

Sarah: “La passione per le materie umanistiche è nata grazie a due persone molto importanti della mia vita: mio nonno e mio padre. Sono sempre stata una curiosa e, successivamente, il liceo classico e l’Università di Bologna (la seconda città che preferisco), nella quale ho conseguito il diploma di archivista e la laurea in Scienze Storiche ed Orientali, hanno fatto il resto. Nel 2008, dopo aver letto “Il pendolo di Foucault“ di Umberto Eco mi si è aperto un mondo in quanto il romanzo aveva la capacità di prendere in giro e giocare con la storia. Ecco, volevo realmente capire fino a dove poteva prendermi in giro e fino a dove il romanzo era reale, Aver conseguito la laurea è stato motivo di orgoglio per me e per i miei genitori che hanno creduto, da sempre, nelle mie capacità”.

Francesco: “Dopo aver conseguito il diploma al liceo scientifico mi sono laureato in Storia Conservazione dei Beni Cultural ail’Unical. Col passare del tempo il mio amore verso la cultura, i libri è aumentata. Dopo aver fatto un tirocinio da bibliotecario, ho capito la mia reale passione verso la biblioteca”.

Infine, una considerazione sulla città dei “Tre colli”, non senza risparmiare critiche a una buona parte dei cittadini.

Sarah: “Bisogna credere in quello che si fa e nei luoghi dove si è nati. Una buona parte dei catanzaresi dicono che Catanzaro è brutta. E’ un pensiero totalmente sbagliato. Il centro storico, ad esempio, è una perla. Nel mia città manca consapevolezza e amor proprio. Bisogna trovare una soluzione soprattutto attraverso i giovani”.

Francesco: “A Catanzaro mancano i punti di informazione. E me ne rendo conto essendo anche guida turistica. Ad esempio, Ferrara è una città che mi piace anche per questo motivo. Quando ho accompagnato, per lavoro, una scuola di Viterbo, sai qual è stata la risposta degli alunni e dei professori? Avete una città stupenda”.

Considerazione significative di Sarah e Francesco che dovrebbero far riflettere tutti. Da questa chiacchierata, la sensazione è di aver intervistato, finalmente, due ragazzi che amano alla follia Catanzaro e dintorni. E inoltre, il “Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. Leggete per vivere”, del celebre scrittore francese Gustave Flaubert, incarna alla perfezione il carattere dei due ragazzi. Chapeau…

Matteo Brancati – Calabria 7

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