RuralCamp, all’iniziativa anche 15 universitari calabresi

Hanno preso parte alla tre giorni promossa da Mipaaf e Rete rurale nazionale. Gallo: "Preziosa occasione formativa"
RuralCamp

Sessanta studenti provenienti da otto università di Calabria, Sicilia, Campania, Molise e Lombardia impegnati, insieme ai docenti referenti e ai referenti regionali, in una tre giorni fatta di visite aziendali, laboratori, co-progettazione e condivisione, nonché di lavoro su modelli organizzativi aziendali che siano innovativi e rispettosi dell’ambiente. Questo è stato il RuralCamp, l’iniziativa promossa dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e attuata dalla Rete rurale nazionale, in collaborazione con le Regioni, le università, le associazioni di categoria e professionali agricole e le associazioni non governative che hanno aderito.

All’edizione di quest’anno, dal titolo “Psr. Motore per la sostenibilità e l’innovazione”, che si è svolta nei giorni scorsi a Carlentini, in provincia di Siracusa, ha preso parte con una folta delegazione, la più numerosa tra tutte, anche la Regione Calabria, attraverso il dipartimento Agricoltura e l’Autorità di gestione del Psr. Nello specifico, a rappresentare la Regione sono stati 15 universitari appartenenti ai tre atenei calabresi (11 iscritti alla facoltà di Agraria dell’università Mediterranea di Reggio Calabria e gli altri alla facoltà di Scienze della salute dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e alla facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università della Calabria).

All’edizione di quest’anno, dal titolo “Psr. Motore per la sostenibilità e l’innovazione”, che si è svolta nei giorni scorsi a Carlentini, in provincia di Siracusa, ha preso parte con una folta delegazione, la più numerosa tra tutte, anche la Regione Calabria, attraverso il dipartimento Agricoltura e l’Autorità di gestione del Psr. Nello specifico, a rappresentare la Regione sono stati 15 universitari appartenenti ai tre atenei calabresi (11 iscritti alla facoltà di Agraria dell’università Mediterranea di Reggio Calabria e gli altri alla facoltà di Scienze della salute dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e alla facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università della Calabria).

IL PERCORSO

La fase del mini-camp è stata la conclusione di un percorso che ha visto la realizzazione di un corso online Rural4learning e di successivi incontri online (durante tutto il periodo di pandemia) Rural4hack- Talks-At-sunset – Call to action e incontri di laboratorio con vari imprenditori, beneficiari del Psr, aziende agricole sostenibili e innovative. Per la Regione Calabria è stata selezionata Valentina Brizzi, l’imprenditrice agricola calabrese che ha portato la sua esperienza quale testimonianza di sviluppo rurale che, grazie al “Pacchetto giovani” del Programma di sviluppo rurale ha avviato, insieme ai suoi genitori, l’azienda agricola “Zinurra” di Benestare, che produce e commercializza carciofini selvatici.

Nella tre giorni siciliana i giovani studenti hanno anche avuto modo di visitare sei aziende, focalizzando la propria attenzione sull’agrumicoltura specializzata, sulla zootecnia biologica, sulla cerealicoltura estensiva e la risicoltura biologica e sul comparto equestre, approfondendo la conoscenza dei fabbisogni dei territori rurali e di pratiche agronomiche ed esperienze aziendali innovative, sostenute dai Programmi di sviluppo rurale 2014-20, che costituiscono importanti buone pratiche da replicare.

INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ

“Ancora una volta – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo –, abbiamo inteso aderire a questa iniziativa quale preziosa occasione formativa per i giovani calabresi, protagonisti di un’agricoltura che, con il sostegno mirato dei fondi comunitari, dovrà basarsi sull’innovazione tecnologica e la promozione della sostenibilità ambientale”.

“Il RuralCamp – aggiunge l’assessore – costituisce un’esperienza molto importante per promuovere le opportunità offerte del Programma di sviluppo rurale e, allo stesso tempo, favorire l’incontro, il confronto e lo scambio tra gli studenti, le istituzioni e le aziende agroalimentari regionali, in modo da mettere a punto nuovi sistemi e processi che rendano il settore più moderno ed efficiente e che tutelino le nostre aree rurali”.

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