“Ridiamo Mattia alla mamma il più presto possibile”. L’appello, attraverso l’ANSA, al “mondo dei soccorritori arriva dal sindaco di San Lorenzo in Campo (Ancona), Davide Dellonti dove il bimbo di 8 anni, disperso dalla sera del 15 settembre, vive con la mamma Maria Silvia Mereu, 42 anni, farmacista, ora ricoverata in ospedale a Senigallia.
Mattia Luconi era in auto con la madre, verso le 20, di ritorno a casa dall’abitazione della nonna materna, quando la furia del Nevola ha travolto la Mercedes poi ritrovata più a valle del corso d’acqua nelle pertinenze di un’azienda agricola. Maria Silvia è stata trovata e soccorsa due ore dopo, non è riuscita a trattenere Mattia che si sarebbe aggrappato a una pianta ma è disperso. Il giorno prima dell’incidente, la mamma aveva iscritto Mattia alla classe III A della scuola Primaria locale.
Mattia Luconi era in auto con la madre, verso le 20, di ritorno a casa dall’abitazione della nonna materna, quando la furia del Nevola ha travolto la Mercedes poi ritrovata più a valle del corso d’acqua nelle pertinenze di un’azienda agricola. Maria Silvia è stata trovata e soccorsa due ore dopo, non è riuscita a trattenere Mattia che si sarebbe aggrappato a una pianta ma è disperso. Il giorno prima dell’incidente, la mamma aveva iscritto Mattia alla classe III A della scuola Primaria locale.
“Il fatto che Mattia sia disperso – ci dice il primo cittadino di un “bambino buono, che aveva un gesto di amicizia per tutti” – è una notizia che ha sconvolto profondamente la nostra comunità di San Lorenzo in Campo dove risiede e frequenta la scuola primaria, oggi chiusa. Il piccolo è benvoluto e amato da tutti, compagni di scuola, personale e insegnanti. Faccio mio, sia personale sia per la famiglia, come ho avuto modo di dire alla mamma, l’appello lanciato a tutto il mondo dei soccorritori, protezione civile, vigili del fuoco: ridiamo Mattia alla mamma il più presto possibile”. “Perché – conclude Dellonti – non posso neanche immaginare quello che possa essere il dolore in questo momento il dolore di una mamma che comunque, in qualsiasi modo, non possa riabbracciare, magari anche per l’ultima volta, il proprio figlio”. (ANSA)