Calcio Serie C, Lucarelli furibondo al Ceravolo: La partita l’ha vinta l’arbitro. Il Catanzaro stupisce per la non bella classifica (VIDEO)

di Danilo Colacino – Il Catanzaro, battendo ieri sera il Catania, si è rimesso in cammino e con sette punti totalizzati negli ultimi tre match di campionato riesce quantomeno a stare in scia del gruppone di testa.

Chiaro, quindi, che nella Sala Stampa del Nicola Ceravolo – nell’entourage giallorosso – si siano notati volti distesi e dichiarazioni più fiduciose come quelle rilasciate ai giornalisti dall’allenatore Gianluca Grassadonia: “Stiamo imparando a essere squadra e lo abbiamo palesato contro un avversario forte, dimostrando di avere una mentalità vincente. La testa di chi insomma non si accontenta, vivendo alla giornata. Non siamo da primo posto, però. Se dicessimo questo, prenderemmo in giro per primi noi stessi e poi la gente che fa il tifo per noi. Ma nell’alta classifica possiamo starci a buon diritto, diventando una compagine coesa. Servono tuttavia tempo e impegno, costruendo le fondamenta del progetto. È il modo per adattarsi ai cambi di moduli dei rivali come ad esempio la variazione adottata all’ultimo momento dai catanesi”. Il tecnico di origine salernitana nel prosieguo ha richiamato la presenza del ‘grande pubblico’: “Mi piacerebbe registrare più presenze allo stadio, perché so che quando è pieno può essere un fattore ma tocca a noi far riavvicinare le persone. Che però devono capire di avere la fortuna di poter contare su una proprietà indubbiamente strutturata. Una dirigenza che non si vede in tante piazze di B. Voglio però concludere – ha chiosato – sulla prestazione di atleti che si stanno sacrificando molto, a cui dico bravi, ma che richiamo pure per avere talvolta il torto di specchiarsi. Ebbene, sarà banale, però tutti sanno che nel calcio moderno le partite si perdono anche ben oltre il 90’. Attenzione, quindi, a leggere le situazioni; a fare melina; a buttare la palla avanti e a non distrarsi. Ma, ripeto, siamo in fase d’avvio di un percorso e dobbiamo migliorare tecnicamente e caratterialmente, capendo che non si scende in campo tanto per…o si disputano i playoff solo per esserci”.

Chiaro, quindi, che nella Sala Stampa del Nicola Ceravolo – nell’entourage giallorosso – si siano notati volti distesi e dichiarazioni più fiduciose come quelle rilasciate ai giornalisti dall’allenatore Gianluca Grassadonia: “Stiamo imparando a essere squadra e lo abbiamo palesato contro un avversario forte, dimostrando di avere una mentalità vincente. La testa di chi insomma non si accontenta, vivendo alla giornata. Non siamo da primo posto, però. Se dicessimo questo, prenderemmo in giro per primi noi stessi e poi la gente che fa il tifo per noi. Ma nell’alta classifica possiamo starci a buon diritto, diventando una compagine coesa. Servono tuttavia tempo e impegno, costruendo le fondamenta del progetto. È il modo per adattarsi ai cambi di moduli dei rivali come ad esempio la variazione adottata all’ultimo momento dai catanesi”. Il tecnico di origine salernitana nel prosieguo ha richiamato la presenza del ‘grande pubblico’: “Mi piacerebbe registrare più presenze allo stadio, perché so che quando è pieno può essere un fattore ma tocca a noi far riavvicinare le persone. Che però devono capire di avere la fortuna di poter contare su una proprietà indubbiamente strutturata. Una dirigenza che non si vede in tante piazze di B. Voglio però concludere – ha chiosato – sulla prestazione di atleti che si stanno sacrificando molto, a cui dico bravi, ma che richiamo pure per avere talvolta il torto di specchiarsi. Ebbene, sarà banale, però tutti sanno che nel calcio moderno le partite si perdono anche ben oltre il 90’. Attenzione, quindi, a leggere le situazioni; a fare melina; a buttare la palla avanti e a non distrarsi. Ma, ripeto, siamo in fase d’avvio di un percorso e dobbiamo migliorare tecnicamente e caratterialmente, capendo che non si scende in campo tanto per…o si disputano i playoff solo per esserci”.

A seguire il suo collega alla guida degli Elefantini, Cristiano Lucarelli, accigliato (eufemismo!) per il risultato negativo degli etnei e soprattutto per la performance – secondo lui pessima – dell’arbitro Gualtieri di Asti: “Non sono abituato a guardare in casa d’altri, ma fin quando siamo rimasti in undici contro undici non ascrivo grossi meriti a un Catanzaro beneficiato da un grave errore del direttore di gara che ha falsato la sfida. Ho infatti assistito a una clamorosa simulazione di Maita, costata un’espulsione che grida vendetta comminata al nostro Bucolo in chiusura di primo tempo. È già successo una settimana fa contro il Bari. Peccato, considerato che se avessimo iniziato la ripresa in parità numerica e a favore di vento chissà cosa sarebbe stato dei giallorossi. E questa è onestà intellettuale. Se poi vogliamo parlare di un netto 3 – 0 facciamo pure. Ognuno la vede alla sua maniera. Ma qualcuno ha fischiato falli e inflitto cartellini a senso unico, indirizzando la contesa in una precisa direzione. Ecco perché non commento i secondi 45’ dei padroni di casa, che in precedenza avevano fatto poco o niente. E parliamo di un dream team della C, che finora meraviglia soltanto per il posto occupato in graduatoria essendo formato da oltre trenta giocatori di qualità mentre io sono venuto qui con sette assenze pesanti e tanti problemi di varia natura. Meno male – ha concluso – che chi ha rimpiazzato gli indisponibili, malgrado quanto accaduto ai nostri danni, si è comportato bene. Io la penso così. E chiedo scusa se, come dite, avrei visto un’altra partita. La realtà è che io temevo un pesante Ko. Al contrario non abbiamo di sicuro pagato la brillantezza dei locali bensì un episodio chiave tutt’altro che tecnico”.

A chiudere uno degli autori delle tre reti delle Aquile, il 21enne centrocampista centrale Simone Tascone. Una vecchia conoscenza di Grassadonia che lo aveva allenato a Pagani. Lo stesso giovane elemento della linea mediana catanzarese ha affermato: “Ringrazio per la fiducia riposta in me dal mister, di cui sono stato calciatore appena un paio di stagioni fa, che sto cercando di ripagare in ogni modo. Ma so perfettamente che da noi a ogni componente della rosa vengono offerte le stesse chance. Chiunque, in sostanza, ottiene una maglia da titolare se lo merita, guadagnandoselo con il lavoro settimanale”.

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