Call center Alitalia: 621 lavoratori a rischio, 65 operanti in Calabria

Slc Cgil Calabria: “Imbarazzante silenzio della politica. Regione Calabria vergognosa, diserta riunioni ove si discute del futuro di 3mila lavoratori"

“Ci troviamo innanzi, l’ennesimo problema occupazionale nel settore dei contact center in outsourcing in una commessa affidata in appalto da una azienda pubblica. Siamo al paradosso dello Stato che viola leggi e norme dello Stato. Tra delocalizzazioni all’estero, mancato rispetto della clausola sociale, e appalti affidati al massimo ribasso, questa vertenza rischia di far ritornare al passato il settore dei call center”. Lo afferma in una nota la segreteria regionale della Slc Cgil Calabria in riferimento alla grave situazione di Alitalia. “Negli ultimi 2 anni, grazie agli interventi normativi ottenuti in anni di lotte, – spiega il sindacato – il settore dei call center ha superato egregiamente diverse crisi finanziarie evitando drammi occupazionali, grazie alla corretta e piena applicazione della clausola sociale. I fallimenti di E-care, Call&Call, le situazioni finanziarie attuali di Olisistem Start, Abramo CC non hanno causato disastri occupazionali, come accaduto in passato per altre aziende del settore, ma hanno visto garantire continuità occupazionale nei cambi di appalto attraverso uno strumento di dignità, la clausola sociale, che ha salvaguardato in Italia oltre 11500 lavoratori coinvolti in cambi di appalto”.

Il passaggio da Alitalia ad ITA

Il passaggio da Alitalia ad ITA

“Quanto sta accadendo con il superamento di Alitalia ed il passaggio ad ITA – continua la nota – in relazione all’appalto dei servizi di assistenza alla clientela è la sintesi perfetta di tutti i mali atavici del settore dei contact center in outsourcing. Dalla delocalizzazione delle attività all’estero, all’affidamento dell’appalto al massimo ribasso, all’assenza di garanzia della continuità occupazionale. E se a farlo è una committenza pubblica, questo deve generare ancor maggiore indignazione, ed una reazione forte dei rappresentanti istituzionali del territorio calabrese. Al netto della parlamentare Annalaura Orrico, i rappresentanti istituzionali calabresi non hanno speso una parola per tutelare e difendere il lavoro di 65 padri e madri di famiglia, 65 tra lavoratrici e lavoratori, che grazie alla loro professionalità, competenza ed abnegazione hanno garantito assistenza ai clienti Alitalia, compresi parlamentari, rappresentanti regionali, provinciali e comunali.”

Lavoro e occupazione lontani dall’agenda politica

“I temi del lavoro, della buona e sana occupazione, appaiono sempre più lontani dall’agenda politica calabrese, rendendo sempre più profondo il solco di distanza tra rappresentati e rappresentanti. Il silenzio della Regione Calabria, che addirittura diserta riunioni ove si discute del futuro di 3mila lavoratori, è quantomeno vergognoso. Magari finita la preoccupazione della scadenza per la presentazione delle liste per le prossime elezioni regionali, tornerà in voga esprimersi strumentalmente, e a meri fini elettorali, sulle vertenze che riguardano il futuro occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori calabresi. Il silenzio imbarazzante e vergognoso delle istituzioni politiche calabresi non fermerà le nostre rivendicazioni, e – conclude la nota – nei prossimi giorni, unitariamente, in coerenza con quanto dichiarato dalle segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, avvieremo un percorso assembleare in vista dello sciopero del prossimo 9 settembre, che sarà accompagnato da un sit-in di protesta per sensibilizzare media e popolazione su quanto sta accadendo ai lavoratori calabresi che operano sulla commessa Alitalia”.

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