Ciaccio-De Lellis, un solo oncologo nei giorni di visita non basta. Pazienti in sofferenza

centro vaccinale de lellis

di Danilo Colacino – Una lettera firmata, di quelle che i giornali cartacei o web ricevono spesso. Un atto apparentemente di denuncia, che però tale non è. Affatto. Perché si tratta in realtà di una semplice richiesta, per giunta rivolta con un garbo fuori dal comune considerate le circostanze, di un atto che migliorerebbe la qualità della vita di molti malati con prospettive non certo rosee per il futuro. Anzi, il contrario.

Nel caso di specie, comunque sia, a emergere è più la buona che la malasanità. Un paradosso? Neppure poi tanto, dal momento che a spuntare in tutta la sua nequizia è la solita ineffabile burocrazia. Quella insensata che vieta, magari anche con ragioni formalmente plausibili, di mettere a disposizione dei malati di cancro, anche in fase molto avanzata, del Polo Ciaccio-De Lellis un secondo oncologo in occasione delle cicliche visite di controllo. Non un’equipe completa o chissà quali costosissimi strumenti diagnostici o terapeutici, quindi. Ma niente da fare. È chiedere troppo.

Nel caso di specie, comunque sia, a emergere è più la buona che la malasanità. Un paradosso? Neppure poi tanto, dal momento che a spuntare in tutta la sua nequizia è la solita ineffabile burocrazia. Quella insensata che vieta, magari anche con ragioni formalmente plausibili, di mettere a disposizione dei malati di cancro, anche in fase molto avanzata, del Polo Ciaccio-De Lellis un secondo oncologo in occasione delle cicliche visite di controllo. Non un’equipe completa o chissà quali costosissimi strumenti diagnostici o terapeutici, quindi. Ma niente da fare. È chiedere troppo.

Tutto poggia dunque sulle spalle del dott. Roberto Squillace, di cui si dicono cose mirabili e che la nostra lettrice descrive come una sorta di angelo. Una persona buona oltreché un eccellente professionista insomma, che però malgrado un impegno immane non riesce a farsi carico di ogni paziente. La mole di lavoro da smaltire è ai limiti dell’impossibile per un solo clinico nei giorni di visita. Risultato? Gli ammalati delle più disparate neoplasie, alcuni anche in uno stato che si può facilmente immaginare, sono puntualmente costretti ad attendere per ore salvo potersi sentir dire intorno alle ore 14: “Mi spiace dovrà tornare domani, l’orario di visite è terminato”. Una specie di beffardo supplizio.

Ma poco male, perché scommettiamo che c’è chi penserà come accada molto di peggio. Peccato che quello dell’Aopc resti un Centro antitumori d’eccellenza con un personale sanitario che viene apprezzato, quasi fino a essere osannato, non solo per la sue capacità sul piano tecnico-scientifico ma anche e soprattutto per le qualità umane. In altri termini per un’empatia che tocca il cuore e basta a far ‘gridare’, anche da parte nostra di calabria7.it, grazie infinite.

La toccante e accorata lettera della nostra lettrice

Sono una paziente oncologica e scrivo spinta da un sincero e profondo sentimento di gratitudine nei confronti di tutto il personale che opera presso il Polo Oncoematologico. In particolare il mio ringraziamento va al Dott. Roberto Squillace il quale, oltre che per le capacità professionali di altissimo livello, si è manifestato un uomo di grande umanità, capace di assumere su di sé i problemi e le preoccupazioni nostre, alleviando le sofferenze e rassicurandoci anche con una pacca fraterna sulla spalla.

Il Dott. Roberto Squillace è un vero stacanovista, molto zelante nella propria attività. Purtroppo, però, da tempo nel reparto di Cure palliative al paziente oncologico, si verificano situazioni che recano disagi ai pazienti per la presenza di un solo oncologo che deve occuparsi contemporaneamente degli ammalati del reparto e di quelli ambulatoriali, parlo del Dott. Roberto Squillace. I tempi si allungano notevolmente e si è costretti ad interminabili mattinate di attesa. Alcuni pazienti dell’ambulatorio, dopo aver aspettato per diverse ore, sino alle quattordici, sono costretti a ritornare l’indomani per essere ricevuti e controllati dal medico.

E’ una situazione snervante per noi ammalati e molto impegnativa per il medico. Pertanto, dopo aver raccolto moltissime lamentele dei pazienti del reparto di cure palliative e dei pazienti oncologici, chiedo agli organi preposti, che vengano adottate misure adeguate a garantire maggiore rapidità e snellezza nel lavoro del medico nel rispetto dei pazienti in attesa di essere visitati. Basta poco: aumentare di una unità il personale medico. Anziché un oncologo, ne servono due.

E’ un vero peccato che i pazienti debbano vivere tanti disagi quando l’azienda ospedaliera può contare su medici meravigliosi e personale efficiente che impegnano la propria vita con amore nei confronti di persone colpite da un male insidioso e spaventoso. Sicura di essere ascoltata, porgo i più sinceri ringraziamenti.

 Lettera firmata

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