“Tutti noi sappiamo che chi oltrepassa la sottile, ma netta linea che deve separare la legalità dall’illegalità, deve accettarne al contempo le conseguenze e di essere dunque sottoposto alle indagini disposte dalla magistratura alla quale è poi demandato l’accertamento dei fatti, l’eventuale responsabilità e i relativi addebiti”.
Lo ha detto Gianluca Ievolella, capo del Provveditorato opere pubbliche di Sicilia e Calabria in apertura della riunione mensile del Comitato Tecnico amministrativo che si riunisce per vagliare numerose opere pubbliche (per importi fino ad un massimo di 50 milioni di euro). Il provveditore ha deciso di coinvolgere anche la stampa dopo che alcuni funzionari sono stati sospesi (dal servizio e dallo stipendio) per un giro di mazzette nell’operazione “Cuci e scuci” della Squadra mobile di Palermo. Quattro i dipendenti infedeli arrestati e coinvolti anche diversi imprenditori interdetti per 12 mesi ai rapporti con la Pubblica amministrazione. Tiene, il provveditore, a fare conoscere “ai cittadini l’attività svolta dal suo ufficio che conta 300 dipendenti e oltre 18 sedi, tra Sicilia e Calabria, ma con alcune carenze di personale evidenti. Ad Enna nessun dipendente – ha detto – a Catania uno solo che andrà in pensione a breve”. “Ritengo indispensabile, a seguito dei fatti gravi che hanno interessato alcuni tecnici del Provveditorato, effettuare alcune considerazioni di merito. L’operato della magistratura faccia il suo corso e, al riguardo, i miei uffici stanno fornendo – ha proseguito – tutta la collaborazione necessaria. Infatti in attuazione dei provvedimenti emessi è stato necessario intervenire anche sui rapporti contrattuali in essere con alcune imprese, in applicazione della nuova norma spazzacorrotti”. Si riferisce alla revoca del provvedimento di aggiudicazione dei lavori di ristrutturazione di un hot spot per migranti a Pozzallo (Ragusa).
Lo ha detto Gianluca Ievolella, capo del Provveditorato opere pubbliche di Sicilia e Calabria in apertura della riunione mensile del Comitato Tecnico amministrativo che si riunisce per vagliare numerose opere pubbliche (per importi fino ad un massimo di 50 milioni di euro). Il provveditore ha deciso di coinvolgere anche la stampa dopo che alcuni funzionari sono stati sospesi (dal servizio e dallo stipendio) per un giro di mazzette nell’operazione “Cuci e scuci” della Squadra mobile di Palermo. Quattro i dipendenti infedeli arrestati e coinvolti anche diversi imprenditori interdetti per 12 mesi ai rapporti con la Pubblica amministrazione. Tiene, il provveditore, a fare conoscere “ai cittadini l’attività svolta dal suo ufficio che conta 300 dipendenti e oltre 18 sedi, tra Sicilia e Calabria, ma con alcune carenze di personale evidenti. Ad Enna nessun dipendente – ha detto – a Catania uno solo che andrà in pensione a breve”. “Ritengo indispensabile, a seguito dei fatti gravi che hanno interessato alcuni tecnici del Provveditorato, effettuare alcune considerazioni di merito. L’operato della magistratura faccia il suo corso e, al riguardo, i miei uffici stanno fornendo – ha proseguito – tutta la collaborazione necessaria. Infatti in attuazione dei provvedimenti emessi è stato necessario intervenire anche sui rapporti contrattuali in essere con alcune imprese, in applicazione della nuova norma spazzacorrotti”. Si riferisce alla revoca del provvedimento di aggiudicazione dei lavori di ristrutturazione di un hot spot per migranti a Pozzallo (Ragusa).
Il provveditorato interregionale opere pubbliche di Sicilia e Calabria ha inoltre inviato all’Anac l’elenco degli imprenditori raggiunti dall’interdittiva, affinché vengano aggiornate le banche dati. “Occorre precisare che le oggettive condizioni di lavoro nelle quali il personale presta il proprio servizio – ha aggiunto il provveditore di Sicilia e Calabria in apertura del Comitato tecnico amministrativo – palesano evidenti complessità e dall’altra parte l’amministrazione centrale non mette i suoi dipendenti nella legittima condizione di operare al meglio, fornendo scarsissimi supporti economici, tecnici e strumentali.
Ovviamente nella giustifica gli inqualificabili – ha sottolineato – atti e i comportamenti recentemente assurti agli onori della cronaca, ma è chiaro che una delle nostre sfide più grandi è valorizzare le tante professionalità che operano all’interno del Provveditorato”. Rientrano tra le competenze del Provveditorato l’esame dei progetti delle più svariate opere pubbliche, dalla semplice perizia di manutenzione di un edificio alla realizzazione di opere marittime, infrastrutture lineari e grandi infrastrutture come gallerie e viadotti. “Sono in corso una serie di attività mirate – ha aggiunto Ievolella – a far ripartire o completare interventi bloccati da anni tra cui il Centro polifunzionale della Polizia di Stato a Palermo e il palazzo di giustizia di Caltanissetta”.